mattina nell'abitazione palermitana di via Torrearsa, dove risiede la famiglia Ciancimino. Nella lettera si legge: "Le colpe dei padri infami e traditori ricadranno sui figli".
L'intestazione sulla busta è scritta a mano in stampatello, e come destinatario è indicato Vito Andrea Ciancimino, il figlio di Massimo, nipote dell'ex sindaco di Palermo, Vito. Massimo Ciancimino aveva ricevuto altre intimidazioni, ma questa contro il figlio la definisce una "vigliaccata": "Perché prendersela con un bambino di appena cinque anni? Che senso ha inviare un proiettile di kalashnikov a mio figlio Vito Andrea? Basta, sono stanco. Non voglio più parlare con i magistrati. Sono questi i vantaggi di cui godrei?".
La busta è arrivata questa mattina, senza affrancatura, nell'abitazione palermitana di Massimo Ciancimino che da tempo vive a Bologna. Nella lettera il nome del bambino è scritto a caratteri cubitali. All'interno c'erano il proiettile di kalashnikov e la scritta: "Le colpe dei padri infami e traditori ricadranno sui figli. Lei e i suoi complici siete stati avvisati da troppo tempo. Lei e i suoi amici magistrati sarete la causa di tutto".
Ciancimino jr, molto scosso, ha anche dichiarato di non voler più essere ascoltato dai magistrati in merito alla "trattativa" tra Cosa nostra e lo Stato. E con la lettera minatoria si è presentato in procura, dove aveva in programma un interrogatorio. Dopo aver parlato un paio d'ore con il pm Antonino Di Matteo, soprattutto dell'ultima intimidazione, ha detto ai giornalisti che non parteciperà più a dibattiti per promuovere il suo libro, Don Vito, in cui racconta delle amicizie e degli affari di suo padre, e che chiederà alla Feltrinelli chiederà di ritirare il volume, pubblicato tre mesi fa. "Basta - conclude - non voglio più saperne. Mio figlio deve restare fuori da tutto. E' mio figlio. E ha cinque anni".