Il Marsala è un vino complesso, di nicchia che deve tornare ad essere l’elemento principale dell’identità di un territorio particolare come quello espresso dall’agro marsalese. Occorre innovazione, selezione dei contenuti scientifici e culturali del vino Marsala e maggiore tutela della tipicità di questo vi
no storico italiano che, per nascita e vocazione, è il vino più internazionale della storia enologica d’Italia.
Su queste basi progettuali, l’Istituto della Vite e del Vino della Regione Siciliana intende innescare un nuovo passo e, in raccordo con il Consorzio di Tutela della Doc di Marsala e i produttori del territorio, ha costituito una vera e propria “cabina di regia” con il compito di mettere in atto azioni concrete per colmare il gap conoscitivo generale che sconta il vino Marsala, soprattutto sulle nuove generazioni, e rilanciarne l’immagine in Italia e all’estero.
Sono questi, infatti, gli elementi strategici contenuti nel protocollo d’intesa firmato dall’Irvv e dal Consorzio per la Tutela del Vino Marsala che, nei prossimi tre anni, dovranno essere sviluppati a sostegno della ricerca scientifica e della valorizzazione della “risorsa Marsala”. Il progetto di ricerca si avvarrà, per gli aspetti tecnici, anche del contributo del Centro per l’Innovazione “Ernesto del Giudice” dell’Assessorato Agricoltura e Foreste.
Per l’Irvv erano presenti il presidente Leonardo Agueci, il vice-presidente Giancarlo Conte e il direttore Dario Cartabellotta che, accolti dal vice-presidente del Consorzio, Pietro Alagna, hanno illustrato il progetto alla platea degli imprenditori del vino Marsala.
Il Progetto di ricerca affidato a Rocco Di Stefano, docente dell’Università di Palermo, nei prossimi tre anni dovrà sviluppare nuove conoscenze sulle cultivar utilizzate, sulla natura dei terreni e sulle condizioni microclimatiche che caratterizzano i vigneti all’interno della Doc. Non meno importanti le attività di ricerca dedicate alla vinificazione, ai lieviti e ai processi di maderizzazione ed invecchiamento. Un mondo complesso, quindi, ma affascinante che deve poter contare su una ricerca scientifica moderna, chiamata a restituire a questo vino straordinario, quell’autorevolezza e quel rango che gli compete, al fianco dei grandi Porto e degli Cherry.
Il progetto verrà denominato “Marsala, il vino dell’Unità d’Italia” e si concretizzerà in un’azione strategica per la promozione del vino siciliano, partendo proprio dalla tutela dell’immagine di quello che più di ogni altro è emblema della Sicilia del vino, ma è anche la più antica Doc d’Italia e prodotto simbolo della sua unità. “Un progetto di lungo respiro – spiega Leonardo Agueci - che vuole sul Marsala fare il punto, partendo dal superamento del deficit di conoscenze e di informazione, investendo sulla ricerca e su una più moderna ed efficiente divulgazione dei valori produttivi e culturali che fanno del Marsala un vino unico ed irripetibile. Siamo chiamati a scriverne la carta d’identità, coinvolgendo il tessuto produttivo, gli agricoltori e le imprese, l’Università e il mondo della comunicazione. Si parte col piede giusto in una logica di sinergia, ruoli e responsabilità condivisi. La proposta di promuovere subito, in occasione dei 150 anni, il Marsala come il vino dell’unità d’Italia assume un significato davvero importante”.
Il Marsala, quindi vino simbolo della nazione che, al Vinitaly, proprio in occasione della storica visita del Capo dello Stato al padiglione Sicilia a Verona venne celebrato con l’omaggio a Giorgio Napolitano di una preziosa bottiglia di Marsala prodotta nello stesso anno di nascita del Presidente.
Si diceva di comunicazione e marketing. Le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia sono il primo banco di prova su cui misurare le azioni di rilancio del vino Marsala contenute nel protocollo d’intesa. A Marsala si terrà un grande evento di degustazione dei vini Marsala, chiamando a raccolta le migliori firme degli scrittori e dei giornalisti internazionali del vino di qualità e si terrà una giornata di studi dal titolo “Marsala, il Vino che unisce” dove verrà ripercorsa l’epopea di un vino che si lega alla storia del nostro paese, a cui interverranno storici e testimonials della produzione del Marsala.
E poi l’Inghilterra e Londra, terre d’elezione del Vino Marsala, per rinnovare il legame antico con gli inglesi e con un mercato che esprime tendenze e stili di vita che si proiettano sul mondo intero. Ecco quindi che il wine tasting a Londra siglerà un gemellaggio storico tra la Sicilia e l’Inghilterra, il primo paese che grazie a John Woodhouse ha conosciuto le straordinarie qualità del vino Marsala. In collaborazione con l’Istituto di Cultura italiano di Londra, l’Irvv e il Consorzio lanciano l’incontro sul tema “Marsala, il vino simbolo dell’Unità d’Italia”, coinvolgendo i Paladini dei Vini di Sicilia ed il Comitato per il 150° dell’Unità d’Italia e, si spera, anche l’Europarlamento. Se il vino è consigliato agli adulti, i giovani possono comunque conoscerne la storia, le tradizioni, e l’origine di questo vino straordinario. Nelle scuole del territorio di Marsala si darà vita ad un Concorso a Premi per promuovere, anche nelle giovani generazioni, il legame storico e culturale con la comunità ed il territorio.
È indubbio che la firma del protocollo d’intesa è una prima risposta “ad una campagna di ostilità con episodi anche abbastanza recenti e su cui il mondo del vino siciliano deve comunque dare delle risposte univoche, credibili ed autorevoli – sottolinea Giancarlo Conte – noi stiamo facendo la nostra parte perché crediamo in questo territorio, crediamo nella qualità del vino Marsala e sul suo potenziale economico e produttivo, ma occorre reagire partendo da noi e dalla capacità di trasmettere valore e qualità a questo prodotto. Come si fa? Prendendo spunto da quanto si è realizzato nei territori di produzione di altri grandi vini da meditazione, ad esempio con il Porto, dove le aziende e il territorio hanno fatto sistema, hanno condiviso obiettivi e strategie e realizzato comunicazione e marketing. Il Marsala ha grandi contenuti, ancora inespressi che devono ancora raggiungere il consumatore ”.
Un messaggio che supera pregiudizi e individualismi e che genera nuova coesione: "Innanzitutto nel metodo e nella capacità d’ascolto – conclude Dario Cartabellotta - che si deve sempre avere con il territorio e le imprese. Abbiamo lavorato partendo dalle esigenze concrete disegnando una mappa delle criticità ma anche delle potenzialità del segmento del vino Marsala. Su questo abbiamo progettato il protocollo di intesa sottoscritto con obiettivi chiari e precisi che hanno, nella cabina di regia, un centro di proposta e di progettazione indispensabile per affrontare il futuro anche in un ottica di utilizzo delle diverse misure comunitarie”.