uccide l'uomo". Con queste parole ieri sera il vescovo di Trapani Francesco Micciché ha iniziato la sua omelia nel corso della concelebrazione eucaristica che si è tenuta presso il Santuario di Sant'Anna, evacuato l'altro sabato a causa dell'incendio che ha praticamente divorato la montagna di Erice. "E' peccato grave distruggere quanto il Signore ci ha affidato e ha messo nelle nostre mani per il bene dei singoli e dell'umanità intera - ha aggiunto - Tradiamo il progetto di Dio quando perseguiamo obiettivi che contrastano con la legalità nella logica aberrante dell'interesse personale. Abusare, inquinare, deturpare l'ambiente, in qualunque modo avvenga, è un atto incivile, un'azione immorale. L'ecologia non può diventare una bandiera ideologica o partitica. E' un problema vitale che ogni uomo e donna sensibile e responsabile deve sentire come suo preciso dovere. Per i fratelli e le sorelle che si macchiano di un così grave peccato - ha concluso - chiedo la conversione del cuore".
Comprendere eventuali corresponsabilità nell’incendio che ha distrutto il monte Erice e sapere se il Governo Regionale abbia intenzione di adoperarsi a chiarire la natura del ro-go, di adottare provvedimenti urgenti sia per i danni presenti sia per impedire, in futu-ro, il verificarsi di incendi di tale entità ed evitare che interventi insufficienti ed intem-pestivi li complichino ulteriormente. È con queste motivazioni che l’On. Livio Marrocco, deputato regionale del Popolo della Libertà e vicepresidente della commissione Antimafia all’Assemblea Regionale Siciliana, ha presentato una interrogazione al Presidente della Regione e all’assessore regionale a Territorio ed Ambiente, in seguito all’incendio che il 19 luglio 2010 scorso ha investito oltre 200 ettari di terreno ericino, causando anche la morte degli animali custoditi nel Parco di Martogna.
Il fuoco è divampato alle ore 18 del sabato e solo all’alba della domenica è stato domato con gravissime conseguenze: sono state evacuate alcune famiglie ed il monastero di Sant’Anna; sono state interrotte tutte le vie di accesso e di fuga dalla cittadina medievale di Erice Vetta (Strade Comunali e Provinciali, Funivia), per cui gli abitanti del centro storico ed i turisti, in preda al panico, sono rimasti bloccati.
“Quando in contrada Martogna sono divampati i primi focolai, nulla lasciava presagire quanto sarebbe successo, eppure il fronte delle fiamme è avanzato indisturbato fino a lambire il centro abitato. Da ciò si deve concludere che la macchina dei soccorsi non è stata solerte o forse è stata poco accorta nel prevedere gli sviluppi di un incendio preannunciato – commenta l’On. Marrocco -. Pertanto, bisogna sapere, senza chiara-mente entrare nel merito delle indagini giudiziarie, se trova reale fondamento la de-nuncia del sindaco di Erice, che ha puntato l’indice contro l’Azienda Forestale, inviando oltretutto una ordinanza rivolta al Presidente della Regione Sicilia, nella quale si individua una responsabilità della stesso, che a dire del Sindaco, avrebbe lasciato incompiute una serie di opere di prevenzione, quali i “viali parafuoco” nella collina di Sant’Anna, nella zona di San Giovannello ed in località Runzi - conclude -. Inoltre, non va trascurato il rischio frane, che potrebbe interessare la città di Trapani, a causa del dissesto idrogeologico, anticipato dai detriti che scendono dal monte e si riversano sulla città”.