Inoltre, a questo punto Trapani Servizi diventa ente strumentale al 100 per cento del Comune e ciò consentirà di superare i limiti della legge Bersani.
La proposta transattiva tra Comune di Trapani ed Italia Lavoro è stata sottoscritta da Caterina Santoro, dirigente del VII Settore del Comune di Trapani e da Giuseppe Timpanaro, nella qualità di procuratore speciale di Italia Lavoro spa, davanti al notaio Francesco Di Natale.
Con la transazione il Comune di Trapani ha sostenuto una spesa di 700.000 euro per l’acquisizione delle quote di Italia Lavoro nella Trapani Servizi ed Italia Lavoro ha rinunciato ad ogni contenzioso avviato con il Comune.
Si chiude così una vicenda che si trascinava da anni e che ha notevolmente penalizzato Trapani Servizi. La società era stata costituita nel 1999 con atto deliberativo del Consiglio Comunale, che aveva approvato lo Statuto, gli accordi, il piano tecnico, economico e finanziario. Il Comune di Trapani deteneva il 51 per cento delle quote azionarie, Italia Lavoro il 49 per cento. Gli accordi sottoscritti all’epoca della costituzione prevedevano che Italia Lavoro entro il termine di cinque anni avrebbe avviato una procedura di evidenzia pubblica per l’individuazione di un partner privato, a cui cedere la propria quota azionaria. “Il prezzo di cessione della partecipazione di Italia Lavoro spa – era scritto – sarà determinato in relazione al valore netto patrimoniale risultante dall’ultimo bilancio approvato e certificato, salvo i necessari aggiornamenti qualora tale approvazione fosse anteriore di oltre due mesi rispetto alla data di cessione delle azioni”. Rimaneva fermo il diritto di prelazione del Comune.
La clausola era fortemente penalizzante per il Comune, che da solo ha in questi anni investito su Trapani Servizi.
Nel 2005 Italia Lavoro aveva avviato la procedura di cessione della sua partecipazione azionaria predisponendo un bando di gara che però non era andato a buon fine. A quel punto Italia Lavoro aveva diffidato il Comune a procedere all’acquisto delle proprie azioni secondo la clausola prevista dagli accordi sottoscritti, pagando il prezzo pari al valore della partecipazione corrispondente al valore patrimoniale netto risultante dal bilancio approvato e certificato al 31 dicembre 2005.
La diffida non aveva avuto seguito ed Italia Lavoro aveva citato in giudizio il Comune, chiedendo, per l’acquisto delle quote azionarie, il pagamento di € 1.315.342,70. Il processo si era concluso sfavorevolmente per Italia Lavoro perché la procedura prevista dagli accordi non era stata preceduta da alcun impegno di spesa da parte dell’Amministrazione.
Italia Lavoro aveva allora proposto appello alla sentenza, tuttora pendente.
Vista la forte conflittualità venutasi a determinare tra i due soci, che danneggiava fortemente Trapani Servizi, ed alla luce della valutazione in base alla quale con ragionevole probabilità Italia Lavoro avrebbe potuto vincere il processo d’appello, il Sindaco aveva proposto una transazione con l’acquisto delle quote di Italia Lavoro per una cifra di 700 mila euro, correlato alla rinuncia da parte di Italia Lavoro del giudizio pendente e con le spese totalmente compensate.
Con delibera del CdA del 7 luglio scorso Italia Lavoro aveva accettato la proposta transattiva, nella tarda mattinata di oggi concretizzatasi con la stipula dell’atto di vendita delle azioni.