amministratore unico del fallito vecchio Sport Club Marsala 1912, che nell'estate d
el 2000, dopo la retrocessione dalla C1 in C2, fu cancellato da tutti i campionati di calcio per mancanza di sufficienti risorse economiche. Anche se, allora, i debiti del Marsala (meno di 600 milioni di lire) erano di gran lunga inferiori a quelli di altre società (Ancona, Avellino, etc.) che invece furono iscritte dalla Figc ai rispettivi campionati.
Ieri, in Tribunale, a conclusione della requisitoria, il pubblico ministero Anna Rita Coltellacci ha chiesto la derubricazione del capo d'imputazione in bancarotta semplice e il «non doversi procedere»' per prescrizione del reato. «Comunque - ha detto il pm - non c'è prova della colpevolezza di Mannone».
È stata, insomma, quasi una richiesta di assoluzione.
Dopo la requisitoria, c'è stata l'arringa dell'avvocato difensore Giovanni Gaudino, che ha invocato l'assoluzione con formula piena, associandosi, in subordine, alle richieste dell'accusa. La sentenza dovrebbe essere emessa in settembre. Si avvia, così, a conclusione una vicenda giudiziaria che ha senza dubbio appassionato quanto meno una parte della tifoseria calcistica locale. Quella tifoseria che nel 2000, a caldo, ha imputato proprio a Mannone (ingiustamente) la scomparsa della squadra azzurra dal panorama calcistico nazionale. A non fare i passi necessari per l'iscrizione in C2 fu, infatti, come emerso anche nel corso del processo, il gruppo italo-ungherese che in quella calda estate aveva rilevato la società (dichiarata fallita dal Tribunale di Marsala nel 2001), affidandone la presidenza al romano Giancarlo Benedetti, poi arrestato assieme agli stessi protagonisti della vicenda marsalese (Di Cosimo, Zoltan e altri, con Giorgio Chinaglia latitante) in quanto, nel 2006, secondo la magistratura romana, costoro avrebbero tentato di rilevare la ben più blasonata Lazio Calcio, riciclando denaro del clan camorristico dei Casalesi. Perché quel Marsala non venne iscritto rimane un mistero. Anche se Mannone ha sempre evidenziato che in tal modo, allora, in C2 si liberò un posto per il ripescaggio di un'altra società.
Antonio Pizzo
La Sicilia