120 milioni di euro, e ha un organico elefantiaco, oltre 2.500 tra dipendenti e operai. A questo si aggiunge anche una montagna di debiti, che superano i 65 milioni di euro". A denunciarlo e' la Cia, Confederazione italiana agricoltori della Sicilia, secondo la quale "tutte queste spese non bastano ad evitare la
sete all'agricoltura siciliana, dove sono saltate campagne di produzione e le coltivazioni arboree sono allo stremo".
Malgrado le mobilitazioni degli agricoltori promosse dalla Cia nelle settimane scorse "pochi sono i risultati ottenuti e tante le inadempienze emerse - dicono dall'associazione - che rischiano di esasperare il gia' pesante clima sociale in cui si trovano gli agricoltori siciliani a seguito della crisi produttiva, diventati ora ostaggio della politica e dell'amministrazione regionale".
Nel corso di una conferenza stampa indetta per domani, alle 10.30 nella sede regionale della Cia a Palermo, l'organizzazione professionale agricola siciliana illustrera' agli organi di informazione i dati che attestano il "fallimento del sistema irriguo regionale, le ragioni che stanno alla base della richiesta di un radicale processo di riforma dello stesso e del ritorno alla gestione democratica dei consorzi di bonifica".