Borsellino, entrambi giustiziati da Cosa Nostra e simbolo della lotta alla mafia. Palermo questa mattina si è svegliata ricordando a tutti di avere due anime, una capace di gesti del genere e un'altra, sempre più definita, che lotta per rendere la Sicilia una terra libera.
I rappresentanti di questa Italia parallela hanno sfilato oggi tutti in piedi, con l'"agenda rossa" in mano, nell'Aula Magna del palazzo di giustizia palermitano. Si è aperta così l'iniziativa con cui la sezione distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati ha deciso di commemorare Paolo Borsellino, ucciso 18 anni fa in via D'Amelio. L'anniversario cade in realtà il 19 luglio, ma fin da oggi nel capoluogo siciliano sono previste alcune iniziative per ricordarne la figura e la storia. Un'aula gremita in gran parte da esponenti e simpatizzanti del comitato "Scorta civica", che questa mattina ha organizzato anche un presidio davanti al palazzo di giustizia, esponendo come simbolo proprio l'agenda rossa del magistrato, fatta sparire subito dopo la strage in cui persero la vita anche cinque uomini della scorta.
E della strage ha parlato il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, dicendo che "sono stati aperti squarci importanti, ma non so se sarà possibile raggiungere la verità, si è parlato di una verità impervia e io sono d'accordo". Messineo ha ricordato che "c'è un'indagine condotta dalla Procura di Caltanissetta che si sta muovendo con grandissimo impegno e notevole efficacia, la cosa migliore è stare vicino alla Procura, supportarla e aiutarla nelle sue attività". Molti gli applausi con cui l'ingresso dei giudici è stato accolto in aula, "sono cose che ci fanno piacere e tra le poche gratificazioni che riceviamo - ha detto Messineo - è la conferma che nell'opinione pubblica c'e' fiducia nella magistratura, per noi è un'esortazione ad andare avanti. Noi siamo convinti della necessità di fare il nostro dovere e lo faremo in qualunque condizione".
Sostegno ai magistrati è stato espresso anche dal fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, il quale ha detto che "un pezzo dello Stato insieme alla mafia ha impedito che Paolo potesse continuare il suo lavoro" e che "oggi siamo qui per far sentire il nostro sostegno ai magistrati che questa verità continuano a cercarla giorno dopo giorno". "Lunedì prossimo, 19 luglio - ha aggiunto- saremo di nuovo in via D'Amelio per celebrare i nostri funerali di Stato di Paolo e non vogliamo rappresentanti istituzionali e politici che indegnamente occupano il loro posto".
Mentre la sorella di Borsellino, Rita, ha osservato che "il momento attuale è peggiore del '92. Allora sapevano chi erano gli amici e chi i nemici, con tutti i limiti del caso si sapeva a chi affidare la propria fiducia. Oggi non è così. Sappiamo che non possiamo fidarci praticamente di nessuno. Per anni ci sono state dette bugie proposte come verità. Oggi sappiamo che non c'è verità. La caparbietà dei magistrati che continuano a cercarla è il modo più bello per raccogliere l'eredità di Paolo".
Palermo, si diceva, si prepara a celebrare con una serie d'eventi la giornata del ricordo. Oltre al presidio della "Scorta civica" allestito al mattino in piazza Vittorio Emanuele Orlando, davanti al palazzo di giustizia, e la commemorazione da parte dell'Anm nell'aula del tribunale, alle 20.30 Presso la facoltà di Giurisprudenza dell'università si aprirà il convegno promosso dall'associazione "Antimafiaduemila" dal titolo "Sistemi criminali. Quanto sono deviati gli apparati dello Stato?". Al dibattito partecipiano - fra gli altri - Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinatoil procuratore aggiunto Antonio Ingroia, il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato e il pm Antonino Di Matteo.
Domenica mattina invece partirà da via D'Amelio la marcia delle "agende rosse" mentre alle 20 è previsto un incontro presso l'ex cinema Edison. La commemorazione prosegue lunedì, con due cortei che attraverseranno le vie di Palermo: il primo partirà alle 18 e unirà via D'Amelio e l'albero Falcone, il secondo - la fiaccolata silenziosa - muoverà alle 20 da piazza Vittorio Veneto per arrivare in via D'Amelio intorno alle 23.
Questa mattina verso le ore 9.30 una pattuglia dei Carabinieri in transito in via Libertà si è accorta però che le due statue in gesso, raffiguranti i giudici Falcone e Borsellino, situate nel pomeriggio di ieri tra piazza Castelnuovo e Via Quintino Sella, erano state danneggiate da ignoti. Le opere, realizzate dallo scultore palermitano Tommaso Domina, erano state depositate da rappresentanti dell'Associazione Falcone-Borsellino di Palermo.
Unanime la condanna di politici e rappresentanti delle istituzioni. "Qualunque sia la matrice del gesto che ha danneggiato le statue dei giudici Falcone e Borsellino - ha detto la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro - si tratta di un'azione inqualificabile". Sulla stessa linea il sindaco di Palermo, Diego Cammarata: "Mi vergogno profondamente - ha detto - per chi compie atti vandalici così ignobili. Si tratta di un'azione vile, che manifesta la mancanza di rispetto per due simboli così importanti della lotta alla mafia, e l'assoluta assenza di senso civico". Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, ha espresso il suo sdegno per un "atto gravissimo che evidenzia mancanza di consapevolezza del prezzo pagato dal Paese per garantire a tutti libertà e democrazia", e per il cooordinatore dei giovani del Pdl Francesco Pasquali, si tratta di "un gesto vigliacco e di oltraggio alla coscienza civile italiana. E' impensabile che esistano persone in grado, ancora oggi, di scagliarsi contro due figure che rappresentano il sacrificio estremo della società e dello Stato contro la criminalità organizzata".