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01/07/2010 04:41:04

L'incompiuto siciliano diventa uno "stile". Un parco dell'incompiuto ad Giarre, un workshop sull' "effimero" a Settembre a Marsala

Nati a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, hanno ricevuto dai loro genitori un Paese con un debito pubblico tra più alti al mondo, un sistema sociale bloccato in cui di fatto non esiste il ricambio generazionale, un paesaggio e un territorio devastato da abusi piccoli e grandi. In Italia ad esempio ci sono 395 opere pubbliche incompiute: piscine, caserme, scuole, monumenti cominciati nella notte dei tempi e mai completati per i motivi più diversi. Il gruppo del collettivo artistico di Alterazioni Video ha provato a mappare questa Italia dell’incompiuto. Un puntino blu per ogni opera incompiuta disegnata sulla carta geografica del nostro stivale. Pochi puntini al nord, poi via via sempre più puntini al Sud. Infine, la Sicilia. Che merita un discorso a parte. Perché in Sicilia l’incompiuto, il provvisorio, è diventato ordinario elemento del paesaggio. Non c’è paesino nell’isola che non abbia la sua bella opera incompiuta in cemento armato.
Negli ultimi cinquant’anni, la Sicilia prodotto più di centosessanta opere incompiute. Ormai fanno parte della memoria collettiva e sono elementi significativi del paesaggio siciliano. In particolare a Giarre,cittadina alle pendici dell’Etna in provincia di Catania, di opere compiute ce ne sono ben dodici. La lista è formidabile: la piscina provinciale, il centro polifunzionale, il mercato dei fiori, la pista per automodellismo, la casa per anziani, il parco Chico Mendez con la sua bambinopoli e il teatro comunale che ha quasi 60 anni. E infine, quel gigantesco campo di polo che sovrasta la città. Ogni opera ha una sua storia: alcune sono state abbandonate prima della fine dei lavori per il fallimento dell’impresa costruttrice; altre dopo essere state concluse non sono state mai inaugurate; altre ancora hanno cantieri in corso di realizzazione da anni.

 

“Quasi quasi, ci si potrebbe fare un percorso turistico” hanno pensato quelli di Alterazioni Video. E lo hanno fatto. Il progetto, che mira di fare a Giarre il “parco archeologico dell’incompiuto siciliano”, sarà presentato durante il Festival dell’Incompiuto che si svolgerà a Giarre dal 2 al 5 Luglio. Tre giorni in cui artisti, architetti, giornalisti, si confronteranno proprio sul tema dell’incompiuto, con wokshop, dibattiti, installazioni.
Opere d’arte, ispirate allo stile dell’incompiuto, verranno disseminate nella città e nel territorio e sarà allestita una mostra sul progetto architettonico del Parco realizzata durante il workshop di progettazione condotto dall'architetto Marco Navarra.
Ad accompagnare i visitatori nei tour, alla scoperta delle bellezze dell'incompiuto, saranno alcuni autori e artisti siciliani invitati come ciceroni a raccontare questi luoghi.

“Alterazioni video” è composto da Paolo Luca Barbieri Marchi, Alberto Caffarelli, Matteo Erenbourg, Andrea Masu, Giacomo Porfiri. Hanno cominciato per gioco, quattro anni fa. “Stavamo facendo un giro della Sicilia – racconta Masu – e man mano che visitavamo le varie città siciliane ci colpiva questo susseguirsi di opere incompiute, di cantieri aperti e mai terminati. In particolare Giarre ci ha stupito per l’intensità e la concentrazione di opere incompiute”. Da qui l’idea di una mappatura della Sicilia e dell’Italia, grazie alle ricerche nel Catasto, e ai tanti contributi arrivati in rete.
Per loro l’Incompiuto Siciliano è stile architettonico vero e proprio, il più rilevante dal dopoguerra ad oggi. E lo porteranno proprio alla Biennale di Architettura a Venezia.
Come scrivono nel loro manifesto, si tratta di un “progetto di rilettura del paesaggio italiano, che mira a ribaltare la percezione negativa che abbiamo delle opere pubbliche incompiute fino a dichiararne la dignità di opere d’arte e a trasformarle così in una risorsa economica”.

Ma la creatività di Alterazioni Video non rimane isolata. Dall’altra parte della Sicilia, a Marsala, a Settembre si terrà un workshop internazionale che avrà come tema proprio l’effimero. Altro che parco dell’incompiuto siciliano, “il tentativo – spiega l’ideatore, Francesco Ducato - è di utilizzare il “non finito” in termini positivi come uno degli elementi che potrebbero rappresentare il rinnovamento dell'architettura contemporanea siciliana, e non solo”. L’ Ephemeral Arts Connection_Workshop coinvolgerà 30 artisti che concepiranno e realizzeranno un’opera d’arte effimera e una performance dentro un’opera incompiuta siciliana. Il workshop è aperto a ricercatori, architetti, fotografi, designer, studenti e artisti di ogni genere che esploreranno nuovi modelli di sviluppo attraverso l’effimero. “Questi luoghi – continua Ducato – possono diventare nuovi motori culturali ed economici per il territorio”.
E Francesco Ducato, infatti, ha progettato a Marsala “Casa 4”, una casa unifamiliare che tenta di essere un reinterpretazione in termini positivi dell’incompiuto siciliano, lavorando su un programma aperto, sensibile alle trasformazioni del tempo. “La Casa 4 – spiega Ducato – è concepita come architettura effimera, contemporanea. Tipologia, funzioni, materiali sono stati pensati tenendo in considerazione la loro trasformazione e il loro riutilizzo”.
La Casa 4 è considerata uno dei progetti più rilevanti di architettura contemporanea realizzati da giovani architetti siciliani emergenti . È stata pubblicata ed esposta in ripetute occasioni e contesti sia in Sicilia che in altre parti del mondo. Nel 2007 il progetto è stato selezionato per partecipare alla mostra “Italian Style” di Chicago e nel 2010 ha fatto parte insieme ad altri 9 progetti di architetti siciliani e 4 progetti di architetti olandesi selezionati dell’NAI (Netherlands Architecture Institute) alla mostra SiciliaOlanda 2.0. A quest’ultima mostra si sono incontrati per la prima volta il progetto “Incompiuto Siciliano” di Alterazioni Video e la Casa 4 che in due modi diversi ma paralleli hanno lavorato sul concetto di “incompiuto” e “non finito” durante gli ultimi anni.

Come scrive Maurizio Carta in “Mediterraneo, il progetto liquido” “dalla Sicilia, promana una potente energia di rinnovamento […] attraverso un “progetto di futuro” che le comunità mediterranee intendono perseguire in un rinnovato patto con la città e il territorio, con l’ambiente e il paesaggio.”
Il workshop è organizzato dalla spagnola “Elisava - Escola Superior de Disseny” (Spagna) e dallo studio internazionale Stardust che ha coinvolto nel progetto partner come il Watermill Center di New York creato da Robert Wilson, l’Università di Palermo, università e riviste dalla Siria.
ELISAVA è l’Istituto d’insegnamento di Design di Barcellona. Nata nel 1961, è la prima scuola di design in Spagna. Nella nuova sede della scuola, situata nella Rambla di Barcellona convivono più di 2200 studenti e 870 professori. Stardust nasce invece nel novembre del 2008 da un’idea Carla Athayde e Francesco Ducato. E’ uno studio che opera nel campo delle arti con una forte creatività impregnata della cultura del fare. Sta attualmente sviluppando progetti in Spagna, Italia, Brasile e USA .