Un altro figlio di Accardo e Maiorana, Marco, si era suicidato a 22 anni, il 6 gennaio 2009 gettandosi dal balcone di casa dei nonni. ”Egr. Sig. Matteo – scrive la donna – voglio sapere cos’è successo ai miei meravigliosi figli Stefano e Marco Maiorana: l’uno scomparso insieme al padre da un cantiere ad Isola delle Femmine, l’altro ucciso dal silenzio che incombe su questa storia. Perché rivolgermi a lei da genitore a genitore? Dal giorno della scomparsa di Stefano e del padre Antonio, si sono avvicendate una serie d’ipotesi che vanno dalla lupara bianca all’allontanamento volontario”. ”L’11 dicembre 2009 – prosegue – ho ricevuto una telefonata da un uomo che ha detto di essere amico di Stefano e di conoscere anche il padre che sarebbe fuggito dalla Sicilia per sottrarsi a morte sicura, grazie all’aiuto di Matteo Messina Denaro che a tutt’oggi permette la loro sopravvivenza all’interno di un’ area tra Calì e Bogota in Colombia”.
La donna sostiene di aver saputo che il suo ex marito nel tentativo di realizzare a Castelvetrano (Tp), zona d’influenza del boss Messina Denaro, un albergo usufruendo dei finanziamenti europei a fondo perduto per 20 miliardi di lire, aveva intestato a suo figlio Stefano un ruolo di responsabilita’. ”Ho vaghissima memoria – scrive – di trascorsi familiari attinenti ai miei nonni, le cui origini ci vedono imparentati con le famiglie Accardo di Partanna. Confido che questa lettera aperta (ho scelto di vivere nella trasparenza e nel reciproco rispetto dei miei simili) vorra’ suggerirle modalita’ discrete ma di grande valore per la sottoscritta alla ricerca della verita’. Con riferimento al suo ruolo genitoriale, la ringrazio sin d’ora auspicando che la mia condizione di madre che perde due figli meravigliosi, possa beneficiare di un sostegno superpartes: ritengo che il diritto di essere madre sovrasti qualsiasi dimensione”.