I militari del Norm della stazione trapanese di Locogrande, in collaborazione con i colleghi di Palermo Oreto, hanno arrestato due uomini colti in flagranza di reato intenti a scaricare e caricare fili di rame di provenienza furtiva, già privati della guaina protettiva, in un centro abusivo di raccolta di materiali ferrosi in zona Guadagna, nel capoluogo siciliano. I fermati sono Ferrante Vito, pregiudicato di 49 anni, e l’incensurato F.P. di 26 anni. Per loro l’accusa è di ricettazione in concorso e gestione di centro di raccolta abusivo di rifiuti speciali.
Nel corso dell’irruzione sono stati avanzati altri provvedimenti. In particolare sono stati segnalati all’Ispettorato del lavoro di Palermo sei italiani intenti a lavorare in nero, sono stati denunciati a piede libero anche due palermitani per trasporto non autorizzato di rifiuti speciali in quanto, al momento dell’irruzione, si trovavano nell’area abusiva con i rispettivi furgoni carichi di materiale ferroso, tra cui lavatrici e televisori, di conseguenza i furgoni sono stati messi sotto sequestro. Inoltre sono stati anche sequestrati tre autocarri utilizzati per il trasporto dei materiali, nonché tutta l’area abusiva della grandezza di 1000 mq.
L’Arma, attenta alle dinamiche del territorio della provincia di Trapani, già dal 2008 sta seguendo l’evolversi del fenomeno dei furti di cavi Telecom ed Enel costituiti da un’anima in rame e rivestiti di una guaina in plastica. I cavi vengono rubati dalle linee telefoniche o elettriche e poi, privati della guaina, vengono rivenduti ai centri di raccolta di materiali ferrosi. Quello dell’oro rosso - come viene chiamato il rame - è un vero e proprio business se si considera che un chilo di rame rubato viene rivenduto a 4/4,50 euro, e che il quantitativo del materiale smerciato è ingente, si parla di tonnellate. L’azione di ieri ha infatti colpito chi acquistava a basso costo il rame rubato per poi rivenderlo con un incremento del 200%.
Quello di ieri non è l’unico colpo messo a segno dai carabinieri di Trapani per la repressione del fenomeno. Il 14 maggio scorso, a Palermo, i carabinieri di Trapani hanno tratto in arresto quattro persone con l’accusa di riciclaggio e ricettazione, poiché colte in flagranza nell’atto di bruciare la guaina protettiva dei cavi di rame rubati. Il 25 febbraio scorso, sempre a Palermo, sono stati arrestati tre palermitani con le medesime accuse, perché trovati in possesso di 1800 kg di rame rubato.
Nel 2008 l’attività repressiva dei carabinieri è stata particolarmente significativa con l’arresto di 18 persone in flagranza di reato, 137 denunciate a piede libero, 7 aree destinate alla raccolta di materiale ferroso poste sotto sequestro. Mentre nel 2009 si sono avuti 4 arresti, 4 denunciati a piede libero e il sequestro di ben 18 km di cavi di rame rubati. Dall’inizio dell’anno invece sono state arrestate 9 persone, 6 denunciati a piede libero e il sequestro di circa 5 tonnellate di rame.