Otto foto raccolte nell’ambito di un progetto dell’artista torinese che si è cimentata in un percorso personale per aprire un varco, una riflessione sulle prigioni psicologiche e fisiche che intrappolano l’essere umano, esplorando le condizioni di vita, esistenziali ed umane, delle donne delle sezioni femminili delle carceri di Rebibba e Trapani. Insieme alle foto, Melania Comoretto, propone come parte integrante dell’allestimento, curato da Maria Pia Adamo, delle didascalie che sono il frutto del rapporto epistolare e personale con molte detenute e un video-presentazione con un motivo musicale scritto appositamente per il progetto da Roberta Arcangeli.
“Melania Comoretto offre uno spaccato insolito, apre le porte della prigione, metaforica liberazione del suo dolore e ne fa uscire gli aspetti umani imbrigliati nella tragica esperienza carceraria – afferma la curatrice della mostra Maria Pia Adamo - Con il suo obiettivo ‘libera”’le donne delle carceri femminili di Rebibbia e Trapani e indagandone l’anima, le presenta nella loro essenza segnata dal dolore”. La mostra resterà aperta il venerdì, dalle 17.00 alle ore 21.00 e il sabato e la domenica dalle 17.00 alle ore 23.00 fino al 26 giugno prossimo. Ingresso Libero. Luogo espositivo è la chiesa di S. Alberto situata nella via Garibaldi del centro storico di Trapani, unica chiesa della città con impianto regolare a croce greca. Tale impianto sarà ripreso dall’allestimento che determinando un percorso perpendicolare, orienterà il fruitore.