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04/06/2010 07:18:32

Stetta contro la mafia. Sequestrati beni per 36 milioni di euro

 

Nella prima è scattato un sequestro da 30 milioni da parte della Dia ai danni del costruttore Vincenzo Basilotta, ritenuto organico al clan Santapaola-Ercolano. Investigatori della Direzione investigativa antimafia di Catania hanno posto i sigilli a società, immobili, terreni, automezzi e conti correnti riconducibili all'imprenditore edile. Vincenzo Basilotta, il 1 aprile del 2009, è stato condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale di Catania per associazione mafiosa.

 

Contro la sentenza di primo grado sono pendenti due ricorsi: uno dell'imputato e l'altro della Procura. Il sequestro dei beni è stato disposto dal Tribunale di Catania in accoglimento della richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania su rapporti e indagini della Dia.

 

Nella seconda operazione, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indagini patrimoniali condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale, ha confiscato beni del valore complessivo di circa 5 milioni di euro, riconducibili a Pietro e Diego Rinella, fratelli del capomafia di Trabia, Salvatore, condannato all'ergastolo. Diego Rinella è stato condannato a 12 anni per associazione mafiosa ed estorsione; Pietro sconta una condanna all'ergastolo.

 

Tra i e beni confiscati i complessi aziendali di due ditte individuali; il capitale e il complesso aziendale della 'F.lli Rinella S.n.c. di Rinella Diego e C.' e della 'Eris costruzioni S.r.l.'; uno stabilimento di inerti; due immobili a Termini Imerese e Caccamo, due appartamenti a Trabia e Caccamo; cinque appezzamenti di terreno; otto autovetture un autocarro. A carico dei fratelli Rinella, inoltre, il Tribunale ha disposto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza rispettivamente per 3 e 2 anni.

 

Infine, i carabinieri hanno eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di un milione e cinquecentomila euro nei confronti di un ristoratore di Milazzo, già condannato in appello a 4 anni e sei mesi con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga nel processo scaturito dall'operazione 'Grande oriente' a Caltanissetta contro la cosca nissena di Piddu Madonia.

 

L'uomo è considerato dagli investigatori un fiancheggiatore della cosca. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina, su proposta della locale Dda. In particolare, i carabinieri hanno sequestrato all'uomo i locali di un noto ristorante, un appartamento, due autovetture, due moto ed un ciclomotore.