Il collegio (composto anche dai giudici Matteo Giacalone e Pasquale Russolillo) ha emesso la sentenza, dopo aver sciolto la riserva assunta lo scorso 22 febbraio, accogliendo il reclamo ritenuto «fondato». Nella sentenza il Tribunale ha, altresì, disposto che il Comune reintegri nell’utilizzo del servizio idrico la società d’Ambito per la pulitura dei mezzi e per i servizi igienici del personale e lo ha condannato al pagamento di 2.413,00 euro per le spese legali. A presentare il reclame è stato l’avvocato Enza Pamela Nastasi, incaricata da «Belice Ambiente». La vicenda risale al novembre del 2009. I dipendenti comunali (che agirono su disposizione del vice sindaco Giovanni Quinci) chiusero i rubinetti dell’acqua dell’autoparco a «Belice Ambiente». La società promosse azione legale e l’1 dicembre ottenne un’ordinanza inaudita altera parte, con cui si ordinava al Comune di ripristinare il possesso della servitù di attingere acqua dalla conduttura idrica dell’autoparco comunale. Il 23 gennaio scorso il giudice Paolo Goggi rigettò il ricorso di «Belice Ambiente», disponendo la revoca della precedente ordinanza emessa, condannando la società al pagamento delle spese di giudizio. Ora la sentenza che da ragione alla società. «Il godimento delle condutture e dell’autolavaggio sia qualificabile alla stregua di una detenzione qualificata - scrive il Tribunale - pur in assenza di una formale stipula del contratto di comodato, peraltro non richiedente ai sensi di legge la forma scritta». Il Tribunale scrive altresì che «del tutto irrilevante, ai fini del giudizio, l’intervento mutamento della Giunta municipale avvenuta nel 2009, atteso che di fronte ai terzi l’Ente pubblico conserva un’unicità soggettiva che prescinde dalla variazione degli organi incaricati della sua gestione politica ed amministrativa». «Ancora una volta il diritto ha sconfitto l’arroganza con cui la città di Mazara è amministrata dal vice sindaco Giovanni Quinci - ha detto l’amministratore unico Francesco Truglio - la sentenza è chiara: sia l’ex sindaco Giorgio Macaddino che io come amministratore abbiamo operato nel rispetto delle regole».