Daniela Sammartano: "L'emozione dell'attesa, la realtà di una porta che si chiude alle spalle, l'ingresso nell'atrio, un pugno allo stomaco dato dalla vista di tutte le mani poggiate alle sbarre, l'incapacità di guardare verso le celle... Solo pochi attimi, il resto... partecipazione totale, risate sincere, applausi spontanei. Dimentichi della sottile invisibile linea che ci separava da quel mondo, rimane ai detenuti il ricordo di due ore di pura allegria e a noi un ricordo che durerà tutta la vita. Da ripetere".
Nicola Di Girolamo: "Ciò che io non dimenticherò mai è il loro sorriso e che, sicuramente, per il tempo della commedia non pensavano affatto di essere reclusi. Mi sono commosso. Anche perchè mi sono venute in mente le parole del Vangelo: "Ero carcerato e mi avete visitato..". Sicuramente le nostre due ore passate là, per loro, saranno infinite".
Giusy De Vita: "Mai avevamo 'sentito' qualcosa di cosi forte dentro. Avere il magone per la situazione... Ho avuto questa idea e l'abbiamo portata avanti, senza fermarci. Felici per la disponibilità del direttore e del comandante, anche loro molto compiaciuti della proposta. Mi rimarranno per sempre i sorrisi di tutti i reclusi e gli infiniti "grazie" che hanno detto di continuo e le frasi: 'quando ritornerete?'; 'siete venuti gratis e ci avete pure preparato i dolci...'. Questo giorno non lo dimenticheremo mai".
Giulia Anastasi: "Abbiamo portato anche dei dolci fatti con le nostre mani, li hanno tanto graditi, con educazione e religioso ordine. Lo spettacolo è stato per loro molto divertente, ci hanno applaudito fin dall'inizio. Ci dovevamo fermare perchè con il rumore delle mani non potevamo continuare a recitare".
Daniela La Rosa: "Risate, coinvolgimento nella storia, anticipi di battute... Hanno seguito l'intera commedia attentamente: non gli sfuggiva niente, fino alla fine. Ad ogni entrata di un nuovo personaggio nella scena applaudivano per incoraggiare e subito hanno fatto confidenza con i personaggi della storia".
Francesco Giacalone: "A vederli da fuori scena mi sono emozionato, veniva da piangere a vederli felici, sorridenti, coinvolti... Una esperienza unica, indimenticabile. Abbiamo portato allegria per due ore, a persone che ci hanno ringraziato e applaudito per tutto lo spettacolo".
Gianluca Galfano: "Alla fine dello spettacolo gli applausi non finivano mai, e poi le voci che sentivamo: 'bravissimi'; 'siete meglio di Zelig'; 'quando ritornate?'; 'se non venite di nuovo lotteremo e faremo richiesta per farvi ritornare'; 'non ridevo così da tanto tempo'; 'peccato che è finito e ora se ne vanno...'.
Simone Giacalone: "Ci hanno salutato calorosamente, si sono messi a parlare con noi, a commentare la commedia a riempirci di complimenti".
Salvatore Giacalone: "Contentissimi anche il direttore Malato e il comandante Di Bono, ci hanno coccolati e ringraziati tanto. Hanno assistito a tutto lo spettacolo, con attenzione, ridendo. E felici nel vedere gli occhi dei reclusi sorridenti e splendidi".
Luisa Lombardo: "E' stata per me un'emozione fortissima. 'Piango' solo tutti quei giovani che potrebbero vivere una vita normale come la nostra e invece si ritrovano dentro quelle celle che non dimenticherò mai. E' difficile anche dimenticare i loro occhi, la loro gioia nel vederci, i loro applausi, il loro aiuto che ci hanno dato nel preparare la tavola per i dolci, i loro infiniti complimenti e ringraziamenti. Emozionante".
Nicola Anastasi: "Umanamente appagante l'esperienza. Un bagaglio di esperienza da portarsi dietro e custodirlo gelosamente".
Donatella Montalbano: "Vedere persone soffrire è troppo brutto ma la sensazione che si prova nel percepire che tu puoi essere, anche se per poco tempo, un sollievo, è una cosa bellissima... Si può comprare senza soldi e vendere senza merce: una semplice risata, un semplice attimo per capire che nella vita si appezzano di più le cose semplici".