Il mortale incidente sul lavoro si verificò in un cantiere di via Dante Alighieri (ex Circonvallazione). L'operaio, mentre era su un'impalcatura, fu agganciato da un cavo in acciaio della gru improvvisamente spezzatosi. Tirato in alto, cadde poi al suolo. La morte fu quasi immediata. Antonino Caruso, che abitava nel quartiere popolare di Amabilina, lasciò la moglie e tre figli, un maschio e due femmine. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico Renato Zichittella.
Tra i testi citati dall'accusa, rappresentata dal pm onorario Giuseppe Maria Ingrassia, anche diversi operai che si trovavano all'interno del cantiere quella tragica mattina e i poliziotti che intervennero subito dopo il gravissimo incidente. Il processo dovrà stabilire perché il cavo della gru si spezzò. E ieri, uno dei due periti ascoltati, l'ingegnere Antonino Napoli, ha dichiarato di avere riscontrato una «cattiva manutenzione della gru».
Ad assistere alla morte di Antonino Caruso fu, tra gli altri, anche il figlio 22enne, operaio nello stesso cantiere.
La moglie dell'operaio morto, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Cavasino, si è costituita parte civile.
Antonio Pizzo - La Sicilia