Francesco Giacalone, 26 anni, mazarese, processato con rito abbreviato con l'accusa omicidio volontario plurimo (sia pure per dolo eventuale) per avere provocato, la sera del 17 luglio 2009, a Mazara del Vallo (Trapani), la morte di quattro donne che erano sedute davanti alla loro abitazione assieme ad altri familiari. Le vittime furono travolte dall'auto (una Wolksvagen Golf) che Giacalone, in passato in cura per problemi di droga, aveva rubato poco prima.
Dopo la strage, il procuratore Alberto Di Pisa formulò per il giovane l'accusa di omicidio volontario, e non colposo come per i normali incidenti automobilistici. Per il capo della Procura di Marsala, infatti, Giacalone "era cosciente di potere provocare la morte". Nell'impatto morirono Susanna Siragusa, 83 anni, le figlie Filippa Andreani, 60 anni e Alda Andreani, 58 anni e la nipote dell'anziana Concetta Li Mani, 32 anni. Rimasero, inoltre, feriti una bambina di tre anni, figlia di Concetta Li Mani, e Antonino Rondi, di 56 anni, marito di Alda Andreani. Poco prima, Francesco Giacalone si era recato sia alla Guardia medica di Tonnarella, che in una farmacia di Mazara, chiedendo psicofarmaci e ansiolitici. In entrambi i casi, però, per mancanza della necessaria prescrizione medica, i farmaci gli furono negati.