Questo comunque il testo della nota che il Presidente Poma ha trasmesso anche al Presidente della Regione, ai tre Parlamentari nazionali della nostra provincia (d’Alì, Papania, Cristaldi), ai Dirigenti degli Uffici Scolastici regionale e provinciale ed al Prefetto di Trapani:
Onorevole Ministro,
alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico 2009/2010 la scuola della provincia di Trapani, territorio che peraltro continua a scontare altri gravissimi e molteplici handicap socio-economici conseguenza della sua atavica marginalità geo-politica, è stata traumaticamente privata di circa 900 complessivi posti di lavoro fra insegnanti precari e personale ATA; dal prossimo anno (2010/2011), secondo i dati resi noti dagli Uffici Scolastici Provinciale e Regionale, vi saranno ulteriori tagli per quasi 300 posti di lavoro in meno fra scuola primaria (115), media (45) e secondaria (132)! In termini percentuali, il 3% in meno del totale complessivo..
E’ sufficiente questa sinteticissima rappresentazione numerica per evidenziare questa sorta di “tsunami” che ha già cominciato a danneggiare gravemente e che rischia di travolgere la scuola trapanese sotto i colpi incalzanti di una vera e propria mannaia che taglia simultaneamente posti di lavoro, programmi educativi e progetti di vita senza indicare (e questo, se possibile, è un fatto ancora più drammatico) alcun possibile percorso alternativo, alcun possibile sbocco seppur proiettato nel futuro.
Torno pertanto a rivolgerLe, con forza, a nome di tutti gruppi politici che compongono il Consiglio Provinciale di Trapani, le richieste già contenute nei diversi appelli fatti dallo scrivente alla S.V. a partire dal 1° settembre del 2009 e fino al 15 gennaio di quest’anno, nonché con l’apposito ordine del giorno, che il Consiglio Provinciale di Trapani ha unanimemente approvato lo scorso 7 settembre, in cui si chiedeva, fra l’altro, che venisse scongiurato un taglio così drastico agli organici e la conseguente diminuzione della qualità del servizio scolastico.
Voglio ricordarLe, a questo proposito, che l’emergere dell’economia basata sulla conoscenza (knowledge economy) indica che il capitale umano è la chiave della competitività. È necessario, pertanto, garantire la migliore qualità dell’offerta formativa, rispondendo così ai bisogni degli individui, del mondo del lavoro e della società. Al contrario, la politica dei tagli alla scuola pubblica e ai suoi organici mette in seria discussione la qualità stessa dell’offerta formativa.
La scuola necessita di investimenti e di riqualificazione della spesa e non di tagli indiscriminati, del compimento del processo di pieno riconoscimento dell’ autonomia e di una reale valorizzazione dell’offerta formativa, della crescita di competenze didattico-pedagogiche, nella logica più inclusiva in cui non si impara solo a leggere e scrivere ma anche a essere cittadini consapevoli, dotati di un alto bagaglio culturale e di conoscenza, costruendo l’essenziale esperienza della convivenza democratica, di integrazione, di legalità, di attuazione della giustizia sociale e delle pari opportunità.
Un serio processo di riforma non può prescindere dal ricomporre la distanza e riannodare il legame tra scuola e famiglia, tra scuola e società, attraverso un pieno coinvolgimento partecipativo delle istituzioni, del mondo della scuola, dei docenti, degli studenti, delle famiglie, degli enti locali: l’esatto opposto cioè del varo di decreti-legge che vibrano fendenti che rischiano di ferire mortalmente non solo l’occupazione all’interno della nostra scuola ma anche l’economia e la crescita socio-culturale della nostra comunità.
I nuovi provvedimenti pongono inoltre la pressante questione del rispetto della legalità. Non c’è garanzia, infatti, che vengano osservate in maniera precisa e puntuale le normative sulla sicurezza attualmente in vigore al fine di assicurare la funzionalità del sistema scolastico territoriale attraverso l’applicazione puntuale delle norme in materia di edilizia scolastica e, nelle more di un eventuale adeguamento dell’edilizia scolastica provinciale rispetto agli standard stabiliti dalla normativa vigente, appare indispensabile una deroga ai criteri previsti sull’attribuzione delle dotazioni organiche dei docenti e del personale ATA alle scuole della provincia di Trapani. Ugualmente indispensabile, infine, la tutela degli studenti diversamente abili, la cui frequenza scolastica è messa a repentaglio dall’insufficienza del servizio diretta conseguenza proprio dei tagli operati.
Pertanto, faccio ancora una volta appello alla sensibilità istituzionale della S.V. affinché voglia accogliere le richieste che provengono dal Consiglio Provinciale di Trapani, dai partiti politici, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni dei genitori, dagli studenti, dalle famiglie e, soprattutto, da tutti i dipendenti scolastici e dai docenti di questa provincia che da troppo tempo ormai lottano letteralmente per la sopravvivenza.
Inoltre, La invito nuovamente a volere personalmente effettuare una visita presso le scuole della nostra provincia e ad incontrare il personale: docente e non. Avrà così piena contezza di quanta differenza corre tra la riduzione degli organici operata da dietro una scrivania e la realtà con cui gli operatori della scuola e gli studenti trapanesi si confrontano ogni giorno.
Confidando in un positivo riscontro, anche da parte degli Onorevoli Parlamentari Nazionali che leggono per conoscenza e di cui si chiede la necessaria importante collaborazione per quanto potranno e vorranno sicuramente fare, porgo i più deferenti ossequi ringraziando per la cortese attenzione.
Giuseppe Poma