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30/04/2010 03:00:25

“Castelvetrano, l’informazione e la mafia”

E’ successo così in riferimento a due episodi. Il primo riguarda un giovane attivista di Rifondazione Comunista che, a quanto detto nei giornali, era stato molestato nella piazza di Castelvetrano da alcuni giovani coetanei che indossavano una maglietta dedicata al padrino. L’accaduto è stato messo in  dubbio dal Sindaco della città, Gianni Pompeo,  per due motivi: il giovane non ha mai sporto nessuna denuncia (se non alla stampa) e nessun abitante della città è a conoscenza di un accaduto che avrebbe indubbiamente suscitato un certo scalpore.
Il secondo episodio, più recente, è oggetto di un articolo scritto sul quotidiano La Sicilia in data 11 aprile dal giornalista Rino Giacalone circa un furgone che girava per Castelvetrano con la lugubre scritta "cu voli mali a Mattè avi la morte d'arrè", che aveva messo in apprensione i cittadini. Il 13 aprile è stato poi identificato l’autore della scritta, un venditore ambulante di frutta, che non c’entrava nulla con il capo mafia latitante: quella frase, a dire del fruttivendolo, era piuttosto una forma di pubblicità alla propria attività.
Nonostante il nuovo articolo di Rino Giacalone in data 14 aprile abbia smentito la possibile correlazione della scritta con la mafia, non è mancata la reazione del sindaco: “Questa città paga già un prezzo alla mafia e lo paga quotidianamente perché, pur avendo tantissime potenzialità, queste non vengono fuori sia per via della mafia, che non permette un adeguato sviluppo economico del territorio, che per la cattiva nomina che ne è derivata. Noi cittadini siamo già abbastanza stanchi di questa situazione, ma se aggiungiamo a questo anche falsi allarmismi derivanti dai giornali, questo è troppo. Si accendono troppo spesso luci sulla città per cose che vengono ricondotte alla mafia, ma che mafiose non sono e, a volte, si leggono sulla stampa cose addirittura inventate”.
“Castelvetrano – continua Pompeo- è un luogo in cui la mafia ha avuto e continua ad avere un ruolo forte, così come confermano le indagini giudiziarie ancora in corso. Ma dare eco, nei giornali, a notizie infondate, questo no, non lo accetto. Capisco che la notizia della scritta sul furgone non era affatto inventata, ma prima di ricamarci sopra poteva essere fatto un accertamento sulla reale entità della scritta e sul proprietario del furgone. Pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo sul giornale, è stato infatti lo stesso interessato a presentarsi alla polizia spiegando che, per lui, era semplicemente una sorta di trovata pubblicitaria. In riferimento invece al presunto incidente subito dal giovane attivista di Rifondazione Comunista, mi meraviglia molto il fatto che, sebbene sia stato scritto che l’accaduto è avvenuto nella piazza in cui si affaccia il comando della Polizia Municipale, il giovane non abbia pensato di chiedere aiuto presso la sede del comando. In più, mi chiedo come mai non abbia mai sporto denuncia circa l’episodio di cui è la presunta vittima. E ancora, questo fatto è un fatto di cui la città non ha mai parlato. Ne hanno parlato solo i giornali. Le voci avrebbero indubbiamente fatto il giro della città per un episodio di scalpore come questo… Alla luce di tutto ciò, io mi preoccupo e cerco di salvaguardare la parte buona della società: la città ha 32.000 mila abitanti che non possono assolutamente pagare le colpe di uno esiguo gruppo di abitanti che già di per se stesso è condannato dall’intera collettività”.
“Il ruolo della stampa- conclude il sindaco di Castelvetrano - è fondamentale in un paese democratico e,per questo, ho grande rispetto nei confronti della stampa e dei giornalisti. Ma invito i giornalisti a riflettere dieci volte prima di scrivere cose che poi si rivelano infondate… Uno dei miei obiettivi di sindaco è quello di salvaguardare questa città nei limiti del possibile perché le cronache di cui è oggetto sono già abbondantemente piene di cose negative sui fatti mafiosi. E’il superfluo e l’infondato che mi mette nelle condizioni di invitare tutti i giornalisti a non metterci nelle condizioni di pagare inutilmente un prezzo ancora più alto con fatti infondati, perché questo opprime una società che è già oppressa di per sé. Dato che la botte è già piena, perché aggiungere altro liquido per farlo uscire fuori? Mi preme dire che il mio sfogo è a carattere generale, e non personalmente nei confronti di Rino Giacalone, per cui per altro nutro grande stima. Una sola cosa lamento nei suoi confronti: il fatto di essere venuto a sapere che io ero stato oggetto di minacce mafiose attraverso i giornali e la televisione. Le recenti operazioni antimafia hanno infatti portato alla luce questa notizia, ma nessuno si è preso la briga di mettermene al corrente prima di pubblicarla sui giornali. Posso capire che, secondo le recenti indagini, la minaccia risaliva a due anni prima che venisse scoperta, ma anche io sono un uomo che ha una famiglia e ho il diritto di scegliere in prima persona se espormi o meno ai rischi che comporta l’attività di sindaco della città di Castelvetrano”.
Questa la risposta del giornalista de La Sicilia, Rino Giacalone: “Mi preme dire che qualunque cosa io scriva, ci penso già 10 volte perché tengo molto a documentarmi prima di scrivere. Riguardo l’episodio della scritta sul furgone, credo che sia stata cosa buona che la notizia sia uscita sul giornale dal momento che è, proprio grazie ad essa, che il venditore ambulante si è presentato alla polizia spiegandone il significato. Diversamente, probabilmente non si sarebbe accorto della stupidaggine che aveva fatto e non sarebbe mai andato a parlarne alla polizia”.
“In ogni caso, non ho mai capito questo accanimento nei confronti dei giornali. – così continua Giacalone- In generale, e quindi non solo a Castelvetrano, si assiste a prese di posizioni nei confronti dei giornali quando raccontano le cose sgradevoli. Non è di certo la cronaca giornalistica che impedisce lo sviluppo economico parlando degli episodi mafiosi che avvengono nel nostro territorio! E’la mafia che impedisce lo sviluppo economico del nostro territorio!”.
“Mi riallaccio poi alle operazioni antimafia Golem2- conclude il giornalista de La Sicilia- cui il sindaco fa riferimento circa la scoperta delle minacce di cui era stato oggetto: se non avesse appreso ciò dai giornali, probabilmente lo avrebbe saputo molto tempo dopo in sede processuale. Questa è una conferma ulteriore dell’importanza della stampa. I recenti risultati dell' operazione Golem 2 dimostra inoltre che la città di Castelvetrano, insieme al resto del territorio di Trapani, è soggiogato dalla mafia, e di certo non dai giornalisti”.

 
Pamela Giampino