Fino a oggi il modello di sviluppo siciliano si e' basato sulla crescita pervasiva e invasiva del settore pubblico, che ha prodotto solo indebitamento, logiche clientelari, assistenzialistiche e parassitarie: un dato strutturale che non dipende solo dalla buona o cattiva gestione politica. Spetta a noi invertire questa tendenza, in vista di un trend negativo che perdurera' tutto l' anno''. Cosi' Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, ha introdotto l'incontro organizzato stamattina dall'Ordine degli Ingegneri di Catania.
''Tutto questo produce una fuga di cervelli - ha continuato Lo Bello - con un conseguente abbassamento della qualita'. Dobbiamo invertire il rapporto pubblico/privato, in un contesto dove il peso preponderante dei servizi pubblici arriva a toccare, in Sicilia, soglie del 35% (in Lombardia la soglia e' del 12%). Un esempio su tutti: nel periodo delle programmazioni comunitarie 2000/2006, la nostra Regione ha generato ben 3 miliardi di euro d'imposte, che potevano essere reinvestite per produrre ricchezza: invece emerge che in quegli anni il tasso di crescita e' stato inferiore allo 0,5% e in molti casi le pubbliche amministrazioni hanno registrato indebitamenti''.
''Creiamo un tavolo di lavoro dov'e' possibile dialogare e mettere in campo nuove idee, partendo da un'azione che miri allo snellimento delle procedure amministrative che incombono sul nostro lavoro - ha concluso Lo Bello - consapevoli che imprenditori e professionisti sono alleati con lo stesso obiettivo di sviluppo sociale''.