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18/04/2010 21:26:22

Le donne vittime di violenze e abusi sessuali. Prevenzione e contrasto a un fenomeno dal “numero oscuro"

tra i professionisti in servizio presso i Servizi Sociali comunali e provinciali, il Centro di Salute Mentale e il Servizio di psicologia 25335076_ombre2.jpgdell’ASP, i Consultori familiari e il Centro di ascolto Antiviolenza della Provincia di Trapani, appena inaugurato - le quali si sono poste l’obiettivo di verificare lo stato dei sistemi di protezione nei confronti delle donne vittime di violenza in provincia.

Lo studio conferma anche per Trapani il Rapporto Urban 2006 dal quale emerge che appena il 2,4% delle donne siciliane denuncerebbe il proprio partner aggressore (la più bassa percentuale tra le regioni italiane).

«Da questo modo – fanno notare le studiose - è difficilissimo se non impossibile pervenire a un’esatta quantificazione del fenomeno nell’area di Trapani perché celato da una fitta coltre di omertà e diffidenza nei confronti delle istituzioni. L’omertà è ancora molto forte come anche il pudore a parlare dei soprusi subiti tra le mura di casa. Un’elevata quota di vittime vive ancora un senso di vergogna molto forte per la paura di essere stigmatizzate. Il timore di una “seconda vittimizzazione” rinforzerebbe poi la reticenza già molto presente e scoraggia, o rende ulteriormente sofferta, la decisione di ribellarsi e dire basta». L’esiguità però del numero di denunce nasconde una presenza latente e silenziosa di maltrattamenti e abusi, una presenza così subdola da essere considerata “normale” all’interno di alcuni ambienti.

Le cause a questa riluttanza verso i servizi sono tipiche di una cultura mediterranea: arretratezza culturale e stereotipi legati alla differenza di genere.

La ricerca ha fatto emergere alcune soluzioni possibili: la necessità di porre in essere buone prassi fondate sul “fare rete”, «L’intervento sinergico dei servizi socio-sanitari è visto - dicono la Bartholini e la Mauro - come modo per evitare prese in carico “settoriali” e frammentate permettendo così di inglobare tutti gli aspetti della problematica», come essenziali sono i servizi specifici di ascolto antiviolenza di recente istituzione.

Decisiva è, poi, l’azione d’informazione e sensibilizzazione che deve coinvolgere i soggetti interessati, perché il parlare di un fenomeno tradizionalmente celato dalla paura, dalla subalternità al mondo maschile e dal ricatto, si trasforma in uno strumento di difesa per le vittime e in un mezzo di contrasto per le forze dell’ordine. «È necessario – affermano ancora le studiose - che la soglia dell’attenzione si faccia sempre più alta sia per gli enti territoriali che promuovono le iniziative di contrasto alla violenza, sia per i professionisti chiamati a operarvi e sia per le stesse donne affinché acquisiscano maggiore consapevolezza dei propri diritti, per facilitare la presa di coscienza sull’illegittimità dei maltrattamenti subiti».