LO «SFINCIONE» - Il senatore Dell'Utri ha commentato la richiesta del pg con una battuta: «Il procuratore generale può dire quello che vuole: non posso neanche ascoltare quello che dice e ho preferito andare a prendermi lo «sfincione» (una pizza tipica di Palermo, a base di cipolle, pomodoro, pan grattato e caciocavallo) a Porta Carbone. Qui non c'è fumus persecutionis, qui c'è una vampa, un incendio». «Il personaggio di cui parla il procuratore generale io non lo conosco, non esiste. Da 15 anni stanno processando una persona che non esiste», ha aggiunto Dell'Utri. Anche prima della richiesta Dell'Utri s'era mostrato ironico:«Faccio l'imputato da 15 anni, è diventato quasi uno stato dell'essere e sono stanco. Arriverà il momento in cui finirà tutto e mio mi chiedo 'ora che faccio?'. Mi sono insomma abituato a fare l'imputato, è diventata una cosa strutturale».
IN PRIMO GRADO - In primo grado Dell'Utri è stato condannato a 9 anni. Il senatore era presente in aula al momento della richiesta. Anche in primo grado la Procura aveva chiesto per Dell'Utri la pena di 11 anni, ma il Tribunale ne aveva poi comminati 9. Al termine della requisitoria, il pg Gatto ha anche chiesto ai giudici di dichiarare l'estinzione del reato per Getano Cinà, unico altro imputato del processo, frattanto deceduto. Dopo il rappresentante dell'accusa, ha preso la parola per le sue conclusione l'avvocato che rappresenta il Comune di Palermo, costituitosi parte civile. La Corte d'Appello, presieduta da Claudio Dall'Acqua, secondo i programmi dovrebbe entrare in camera di consiglio il 4 giugno per emettere la sentenza.
CIANCIMINO - La lunga requisitoria del pg è cominciata a settembre e interrotta a novembre per l'esame, a sorpresa, del pentito Gaspare Spatuzza. L'accusa ha chiesto, poi, a marzo, un nuovo stop della requisitoria per l'interrogatorio di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, ma la corte ha respinto l'istanza dichiarando la testimonianza «non assolutamente necessaria».