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09/04/2010 04:34:27

Tornare al voto in Sicilia? Opinioni contrastanti, Pd lacerato

“In Sicilia – scrive in una nota il segretario regionale dell’Udc in Sicilia – alla grave crisi economica e occupazionale si accompagna una delicatissima crisi politica, aggravata senza dubbio dalla inchiesta giudiziaria nei confronti del presidente Lombardo. Noi siamo garantisti e crediamo nella onestà del governatore – continua Romano – ma pensiamo che il dibattito in Aula chiesto dal Pd sia inutile e finirebbe per trasformarsi in una autoassoluzione a beneficio dei pressappochisti, di coloro cioè che vogliono celebrare il presunto torto subito dalla vittima Raffaele Lombardo, anche e soprattutto per avere un alibi utile a non abbandonare le poltrone. Ebbene, noi non ci stiamo a continuiamo a chiedere il ritorno alle urne per motivi politici – conclude – perchè il governo Lombardo è stato un fallimento, e non per altro, consapevoli come siamo che il Parlamento non possa e non debba sostituirsi agli organi inquirenti”.

 CONFESERCENTI.“Elezioni anticipate in Sicilia sarebbero una catastrofe, in particolare per i fatti amministrativi”. Lo ha dichiarato il vicepresidente nazionale di Confesercenti, Giovanni Felice. “Se il presidente Lombardo fosse costretto a dimettersi, malauguratamente – ha detto Felice -, sarebbe davvero una catastrofe per la Sicilia. Già siamo indietro per l’uso dei fondi comunitari. Le cose peggiorerebbero ulteriormente”. Felice ha quindi tracciato una possibile strada per il futuro dell’amministrazione di Palazzo d’Orleans: “Bisogna trovare un meccanismo che permetta di continuare l’amministrazione regionale, le linee guida ci sono”. In particolare, per il vicepresidente nazionale di Confesercenti, un “eventuale commissariamento potrebbe portare avanti la politica ordinaria in Sicilia”.

ARRIVA IL BILANCIO. Intanto è approdato in commissione bilancio all'Ars l'esame della finanziaria.  Ci sarà tempo fino mercoledì prossimo a mezzogiorno per presentare gli emendamenti. La manovra arriverà in aula la prossima settimana. Fra i punti centrali vi è l'aumento della tassa a carico delle compagnie petrolifere per l'estrazione di idrocarburi, il divieto di inserire componenti esterni negli uffici di gabinetto degli assessorati e il taglio delle spese
di promozione e sponsorizzazione. Un altro emendamento già scritto prevede la riduzione di un terzo del Famp (il fondo per i premi di rendimento dei dipendenti) e un tetto agli straordinari (che non potranno superare fino al 2013 il 15%). Sempre in tema di personale, un'altra norma prevede la creazione del bacino unico (comprendente anche i dipendenti di agenzie e società) che permetterebbe un più facile ricorso alla mobilità. Previsto l'inserimento di una norma che stanzia 100 milioni per formare un elenco di opere pubbliche da finanziare a vantaggio dei Comuni. La vecchia tabella H, che stanziava contributi a centinaia di enti, viene abrogata e con essa i limiti fermi al 2008: nascerà un nuovo elenco e l'importo del contributo verrà quantificato annualmente dall'Ars. Nella Finanziaria c'é anche la riforma dei consorzi di bonifica e dell'Ente sviluppo agricolo. I primi vengono ridotti da 11 a 4 (Sicilia Nord-Occidentale, Nord-Orientale, Sud-Occidentale e Sud-Orientale). Poi, entro 3 mesi, un altro disegno di legge fisserà compiti e personale dei nuovi consorzi. Nella stessa norma verranno definite le nuove competenze dell'Esa. Previsti il cambio dei dipartimenti regionali, dopo la riforma entrata in vigore a gennaio. L'annunciato sconto Irpef alle famiglie numerose si dovrebbe trasformare invece in un generico contributo di 200 euro a figlio (per chi ne ha almeno quattro) alle famiglie con un reddito inferiore ai 20 mila euro: per ottenerlo servirà una istanza al Comune dopo che il governo avrà emanato il decreto attuativo. Già stanziati a questo scopo 6,8 milioni. Definitivo anche il testo del taglio delle partecipate. Un decreto del Ragioniere generale determinerà entro 6 mesi quali mettere in liquidazione.

IL PD. Un componente della segreteria nazionale del Pd inviato da Pierluigi Bersani sarà in Sicilia nei prossimi giorni per incontrare i dirigenti regionali del partito per discutere della posizione dei democratici nei confronti del governo regionale. Anche alla luce dell'inchiesta avviata dal rapporto dei carabinieri del Ros su presunti rapporti tra Cosa nostra e la politica, nella quale è indagato anche il governatore Raffaele Lombardo. L'invio del dirigente nazionale in Sicilia, che potrebbe essere Maurizio Migliavacca, è stato deciso oggi pomeriggio a Roma in un incontro tra Bersani con il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, e il capogruppo all'Ars, Antonello Cracolici. Nella riunione in Sicilia saranno affrontati i temi che riguardano il ruolo del Pd in vista dell'esame del bilancio e della finanziaria e del sostegno del partito alle riforme del governo Lombardo. In una lettera, ad un quotidiano, Lupo aveva affermato: "il Pd ha affrontato il confronto sulle riforme partendo da proprie proposte, senza per questo condividere le scelte gestionali del Governo, contribuendo ad approvare la legge sul piano casa e la riforma del sistema rifiuti esclusivamente nell'interesse della Sicilia". Ieri il gruppo parlamentare all'Ars aveva deciso al termine di una riunione di andare avanti concentrandosi su una finanziaria innovativa che "contenga temi come la riforma della formazione professionale e lo scioglimento degli enti inutili, e attendere che sulla vicenda giudiziaria che riguarda Lombardo, indagato a Catania sia fatta chiarezza".



Native | 2024-07-16 09:00:00
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