In seconda, nella prova di italiano, la media nazionale delle risposte esatte è del 65% (67,3% al Nord, 66,3% al Centro, 61,6% al Sud, 59,3% in Sicilia); in quella di matematica, la media nazionale è del 54,9% (55,2% al Nord, 54,3% al Centro. 54,8% al Sud, 50,8% in Sicilia). In quinta, nella prova di italiano, la media nazionale delle risposte esatte è del 62,3% ( 63,1% al Nord, 62,9% al Centro, 61,1% al Sud, 57,9% in Sicilia); in quella di matematica, la media nazionale è del 57,1% ( 58,9% al Nord, 57,4% al Centro, 55,1% al Sud, 50,4% in Sicilia).
Per quanto riguarda gli alunni siciliani, il massimo di media delle risposte esatte nelle due materie è inferiore al minimo conseguito dagli allievi di altre quattordici regioni; gravi risultano le carenze in grammatica, nella comprensione del testo narrativo e nell’uso del vocabolario, da una parte, e nelle frazioni e nelle formule geometriche, dall’altra.
L’indagine rileva che “un sistema scolastico equo dovrebbe dare a tutti i ragazzi le stesse chances di apprendimento; invece non è così”. Le graduatorie regionali riflettono, prevalentemente, la composizione sociale degli alunni e gli effetti del contesto ambientale, piuttosto che il servizio offerto dalle singole scuole, anche se non vanno sottovalutate, nel Meridione, le carenze strutturali degli edifici e la scarsa diffusione, del tempo pieno, di mense, di palestre, di ludoteche. L’uso esteso, nelle famiglie, del dialetto e il disagio economico - culturale di cui, spesso, sono portatori i giovani del Sud, impongono agli insegnanti di occuparsi delle loro condizioni affettive, sociali, igieniche, svolgendo, così, compiti istituzionalmente non dovuti.
Un ulteriore dato è fornito dalla “varianza”, che è la differenza dei livelli di apprendimento nelle scuole dello stesso territorio o della stessa città. Nelle regioni del Sud, il fenomeno è rilevante: a Palermo, come a Napoli, a Bari o a Reggio Calabria esistono scuole elementari di “eccellenza”, ma ve ne sono, pure, molte sotto il livello di “ sopravvivenza”.