Un’altra domanda avanza dalla voce della signora Giovanna: “Davvero la nostra è una città sicura? Nelle campagne elettorali si parla tanto di sicurezza, ci dicono che la prossima amministrazione renderà la nostra città maggiormente sicura, ci illudono che vivremo nel paese delle meraviglie. Ma è davvero questa la sicurezza? Sabato sono andata a fare la denuncia al commissariato e, nonostante la buona accoglienza, mi hanno detto di tornare lunedì perché c’era un solo poliziotto ad occuparsi di tutto, dalle telefonate alle denunce etc. Come si fa a parlare di sicurezza se manca anche il personale? “.
Domande queste che potrebbe e dovrebbe farsi ogni cittadino della città di Marsala, dal momento che qualche tempo fa si è scoperto che persino le telecamere di sorveglianza del Comune presente in alcuni luoghi clou della città in realtà non sono altro che semplici orpelli scenografici. Il caso del mancato sistema di video sorveglianza marsalese si è manifestato dopo l’incidente in cui sono morti due giovani in Piazza del Popolo. Proprio quando servivano i nastri per capire dinamiche e responsabili dell’incidente di sabato 3 ottobre 2009, che vide la morte dei due ragazzi che andarono a schiantarsi con l’auto contro un muro di Piazza del Popolo, ci si rese conto che le telecamere presenti nella piazza erano state installate con un sistema, ma il software era un altro. In pratica, queste telecamere non hanno mai funzionato realmente e ora, nonostante la spesa ingente per installarle sia sta fatta nel vicinissimo 2005, sono stati stanziati dall’amministrazione comunale altri 75.000 per aggiornarne il sistema e per utilizzarle stavolta come telecamere in chiave ZTL, per controllo di zona a traffico limitato, non più per la sicurezza pubblica.
Risponde ai nostri dubbi il Vicecommissario della Pubblica Sicurezza a Marsala, Monreale: “Sulle telecamere di videosorveglianza non posso dire nulla perché quelle telecamere non appartengono alla Polizia, ma all’amministrazione comunale. Per il resto, mettiamo il massimo del nostro impegno affinché la città sia in sicurezza. Ma dobbiamo anche fare i conti con una città territoriale vastissima come Marsala e rapportarla alla carenza ormai cronica del personale del commissariato”.
Quante persone mancano nella pianta organica della sicurezza del commissariato di Marsala? “Intanto bisogna dire- continua il vicecommissario Monreale- che la pianta organica del commissariato di Pubblica Sicurezza di Marsala risale a 15 - 20 anni fa e, quindi, deve essere aggiornata in ogni caso. Poi rispetto a questa pianta organica, che ripeto andrebbe aggiornata, siamo 5- 6 unità in meno. Attualmente siamo infatti 66 unità senza contare le normali assenze che si verificano per malattia e/o per riposo. In più, anche l’età media degli agenti della nostra squadra è molto alta e ci vorrebbero nuove forze anche da questo punto di vista”.
E rispetto all’allarme scippi dell’ultimo periodo? “Secondo i nostri dati – continua Monreale - siamo più o meno intorno a valori ordinari di microcriminalità, quelli cioè rientranti sia nella media nazionale sia corrispondenti a quelli che fino ad ora ha registrato la nostra città. E’ comunque normale che quando questi episodi si verificano più frequentemente durante un periodo, si abbia la sensazione di una maggiore recrudescenza, ma in realtà siamo sempre più o meno attorno ai valori abituali di microcriminalità. Inoltre, non esistono zone più malfamate di altre perché chi commette questo tipo di reati sceglie il tipo di vittima (di solito signore che camminano sole) piuttosto che il posto (fermo restando che prediligono i luoghi meno frequentati dove possono agire senza essere visti facilmente). I nostri dati dicono che non ci sono vie che sono più bersaglio di altre: se questi reati si sono verificati più volte nello stesso luogo è stato probabilmente solo un caso. In ogni caso, i cittadini devono continuare a stare sereni e tranquilli, non c’è da allarmarsi. Noi, in quanto Polizia e tutte le altre forze dell’ordine, cercheremo di aumentare il controllo del territorio. Ma è necessario che vi sia anche una collaborazione da parte dei cittadini. Il lavoro che facciamo è vano se il cittadino non collabora con la giustizia denunciando sia il reato di cui è vittima, sia quello di cui sono vittima le altre persone e dando così un contributo ai fini dell’indagine”.
Pamela Giampino