Oggetto dell’incontro: le problematiche derivanti dall'applicazione delle norme regolamentari in merito alla navigazione e stazionamento all’interno della zona A della Riserva Naturale Orientata “Isole dello Stagnone”. L’assessore comunale Vincenzo Ronci, afferma: “Nel corso dei lavori, constatata la non percorribilità dell’ipotesi di dare ulteriore proroga di un anno al divieto di stazionamento sancito dal Regolamento della Riserva - ipotesi giustificata dalla insufficienza dei tempi necessari per la realizzazione di un intervento di iniziativa pubblica al di fuori dell’area protetta - è stato individuato un tratto di costa utile al trasferimento delle unità nautiche che fino alla stagione scorsa stazionavano all’interno della zona A della Riserva. L’area individuata è quella compresa tra la Lega Navale Italiana e Punta dell’Alga di Sappusi. Alla luce di questo, continua l’assessore Ronci, gli interessati ad iniziative di interventi privati, riguardanti la realizzazione di impianti da diporto, potranno prendere visione - presso il settore Lavori Pubblici del Comune - del Progetto di iniziativa pubblica e valutarne la fattibilità, ove non in contrasto con l’intervento del Comune”.
Al fine di velocizzare l’iter di eventuali iniziative private, l’Amministrazione Carini svolgerà le procedure di propria competenza con carattere di urgenza, mettendo a disposizione degli interessati lo studio batimetrico e idraulico marittimo dello specchio d’acqua interessato. Le istanze relative ai progetti per l’area demaniale vanno comunque presentate alla competente Capitaneria di Porto di Trapani.
Sono tante le posizioni sulla questione “ormeggi” allo Stagnone di Marsala, banditi dalla capitaneria di Porto, e tanti i commenti giunti alla redazione di www.marsala.it.La situazione al momento è molto complicata. Da un lato c'è la Riserva Naturale Orientata “Isole dello Stagnone” che va finalmente tutelata dopo anni di incurie da parte dell’ente gestore, la Provincia Regionale di Trapani. Ma come si fa a negare il transito alle 1500 imbarcazioni che frequentano la Riserva? Secondo il nostro lettore Carlo, “non bisognerebbe ormeggiare, nei limiti di quello che sarà possibile: un conto è quando staziona una piccola barchetta con un motore da 15 -20 cv, un conto è un gommone o uno scafo da 9-10 metri con 500 cv..... quelli che li portassero in altri lidi o porticcioli...”.
Un’idea, espressa dal capogruppo del Pdl a Sala delle Lapidi, Antonio Provenzano, è quella di “individuare dei luoghi di ormeggio ai margini della riserva (da Marinella, sede della Lega Navale, a Punta d'Alga)”. Ma chi deve realizzare questi pontili? La Provincia ha fatto già sapere che non ci sono soldi.
Tutti sono comunque unanimi nel sostenere che non vanno penalizzate “le barche a vela, e le imbarcazioni con motori piccoli o motori elettrici” (Ciccio). Quindi, niente motoscafi, a me che non si usino “motori elettrici” (Ignazio).
Ma anticamente come si navigava dentro lo Stagnone? Si usava una tipica imbarcazione siciliana, lo “schifazzo”, il cui unico esemplare è oggi in possesso della famiglia della nostra collaboratice Maria Grazia Sessa, e che, per la sua unicità, è stato anche immortalato nel film “Viola di Mare”. Gli schifazzi erano utilizzati per i piccoli trasporti locali. A Trapani nel 1860 ne esistevano 120 esemplari, una vera e propria flotta.
Sette associazioni locali, intanto, hanno raccolto 1770 firme per chiedere di “salvaguardare i delicati equilibri di un ecosistema particolare qual è lo Stagnone, ma senza impedirne la fruizione”.
Le associazioni sono: Porta d'Occidente, Amici dello Stagnone, Vela blu, Poseidonia, Alba nautica, Club nautico Stagnone e Amici del mare. E le 1770 firme sono già state inviate ai presidenti di Provincia e Regione, al sindaco Renzo Carini, ai comandanti di Capitaneria di porto di Trapani e Marsala, al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e al presidente della commissione Territorio ed Ambiente del Senato Antonio D'Alì.
«La riserva istituita nel 1984 - afferma Nino Ienna, presidente di Porta d'occidente - è regolamentata in maniera inidonea proprio perché non si è seriamente pensato alla possibilità di esercitare, all'interno della laguna, tutte quelle attività che sono intrinseche al mare, magari prendendo in prestito esperienze italiane e straniere. Gli attuali divieti, i pontili e gli specchi acquei posti a sequestro, sono, per tutti noi, cattivo presagio per la stagione estiva oramai alle porte».
Ci si oppone, dunque, a divieti assoluti, proponendo una «regolamentazione rigida e ferrea a tutela di un patrimonio che non appartiene solo alla comunità locale». Associazioni e sottoscrittori chiedono, pertanto, che vengano «individuate le aree dove, tramite modalità di ormeggio ecocompatibili, potere attraccare le proprie piccole imbarcazioni, delimitate le aree e corridoi d'uscita dove è possibile effettuare attività veliche o affini, delimitate le acque sicure per la balneazione per assenza di natanti, stabiliti in quali periodi dell'anno non è possibile effettuare alcun tipo di pesca per in ripopolamento ittico, ripristinata la bocca di tramontana (San Teodoro) ed i canali di afflusso e deflusso acque sull'isola Lunga ormai quasi totalmente ostruiti, assicurata la presenza di controlli e verifiche costanti e puntuali per punire pesantemente chi trasgredisce alle regole».
In definitiva, si chiede che «una moratoria tesa a salvare la stagione che sta per iniziare e che nel frattempo si istituisca un tavolo tecnico con le associazioni e fruitori dello Stagnone, dal bagnante, al diportista, dal surfista, all'appassionato di pesca sportiva, dall'esperto della storia e delle tradizioni del luogo, all'anziano conoscitore dei fondali».