E' struggente l'appello che Silvana Friscia, la vedova dell'avvocato Enzo Fragalà, ha lanciato dall'atrio del Palazzo di
Giustizia di Palermo, dove ieri è stata allestita la camera ardente del marito. Sul fronte delle indagini, come si legge anche in articolo uscito oggi sul Giornale di Sicilia, gli inquirenti confermano che la pista mafiosa è quella più calda. L'ipotesi che prende quota sarebbe quella dell'avvertimento. Fragalà sarebbe stato ucciso perchè nessun avvocato deve difendere pentiti. E' per questo che saranno ascoltati con molta attenzione in particolare 3 dei clienti di Fragalà: i presunti mafiosi Salvatore Fiumefreddo e Vincenzo Marchese e l'imprenditore Giuseppe Castorina. Agli inquirenti i primi 2, un capocantiere divenuto costruttore grazie a Cosa Nostra e un ex vigile del fuoco, hanno già parlato del clan del superboss Nino Rotolo; Castorina, invece, era specializzato in tangenti e gare aggiustate legate al mondo della sanità. Nei mesi passati, le sue dichiarazioni avevano consentito di coinvolgere nelle indagini anche primari, medici e infermieri. La pista mafiosa è quella più probabile anche per il collega e deputato regionale Salvino Caputo, che ieri nella camera ardente dell'amico ha dichiarato: "E' evidente che l'impegno professionale di Fragalà ha destato le preoccupazioni dei boss. Conoscevo benissimo Enzo e so che mai avrebbe tollerato imposizioni o ingerenze professionali. Non si può uccidere un professionista così conosciuto e apprezzato senza il consenso di Cosa Nostra, pena reazioni durissime. E il conivolgimeto della mafia è dimostrato dal fatto che le indagini sono state affidate a magistrati del Dda di Palermo". Intanto Palermo si è risvegliata con il lutto cittadino; da stamattina alle 8 la camera ardente è stata spostata nell'aula consiliare del municipio, mentre alle 12 in Cattedrale saranno officiati i funerali, ai quali saranno presenti anche i presidenti di Cmera e Senato, Fini e Schifani.