I due, a bordo di uno scooter, hanno esploso due colpi di fucile contro Emanuele Rocco Argenti, dopo averlo attirato fuori dalla propria abitazione. La vittima e' stata colpita al volto e poi i sicari si sono dati alla fuga. L'identik fornito da una testimone oculare, che al momento dell'agguato si trovava in compagnia di Argenti, ha permesso agli agenti di collegare l'episodio ad un'altra aggressione, avvenuta circa 30 minuti prima, in via Palazzi e ripresa da alcune telecamere di videosorveglianza.
Pellegrino e Caruso, una volta identificati, sono stati rintracciati poco dopo in contrada Albani Roccella, presso l'abitazione di Caruso. Alla base dell'aggguato ci sarebbero dei contrasti in ambito mafioso, a cui i due risultano direttamente o indirettamente collegati. Durante la perquisizione Pellegrino, inoltre, e' stato trovato in possesso di un biglietto aereo elettronico di sola andata per il 2 marzo con destinazione Colonia/Bonn, in partenza da Catania, e di una valigia contenente abbigliamento.
Per i due sono cosi' scattate le manette con l'accusa di tentato omicidio. Alessandro Emanuele Pellegrino e' figlio del piu' noto Emanuele, 57 anni, affiliato a Cosa nostra e attualmente detenuto a Rebibbia, per traffico di stupefacenti, tentativo di omicidio, violazione delle leggi sulle armi e reati contro il patrimonio. Inoltre e' fratello di Gianluca, 26 anni, attualmente detenuto a Palmi, perche' ritenuto responsabile dei reati di associazione di tipo mafioso, per aver fatto parte della cosca Emmanuello di Gela, con l'aggravante di aver diretto tale associazione. Anche Alessandro Emanuele Pellegrino, lo scorso luglio, era stato arrestato perche' trovato in possesso di un fucile, con il quale probabilmente stava per compiere un altro delitto. Pietro Caruso ha precedenti per reati inerenti lo spaccio e la detenzione di sostanze stupefacenti.