Continua il difficile cammino del “piano casa” nell’Aula dell’Ars. Nonostante il sostanziale accordo scaturito dalla riunione dei capigruppo, convocata dal presidente della regione Raffaele Lombardo a Palazzo d’Orleans, rimangono ancora distanti le posizioni tra i vari gruppi parlamentari. In una lunga giornata di attività parlamentare, iniziata con la conferenza dei capigruppo in mattinata e terminata in serata, sono state approvate altre parti del ddl, ma i nodi da sciogliere rimangono. Inoltre il Partito Democratico appare sempre più lacerato, non solo per le divergenze intorno al piano casa, ma anche perchè già si litiga sul prossimo scoglio dell'Ars, il piano rifuti. Cresce sempre più una fronda interna contraria alla partecipazione organica del Pd alla maggioranza di Lombardo.
Ritornando al piano casa, l’Aula ha proseguito l’esame dell’articolato e ha approvato gli articoli 5, 10 e 11 del disegno di legge. Tra le norme che hanno avuto il via libera, quella che prevede la possibilità per i privati di realizzare parcheggi sotterranei con il vincolo di ricoprire la superficie a verde attrezzato. Nella seduta sono passati anche emendamenti soppressivi degli articoli 8 e 9, che riguardavano il divieto di installare cartelloni pubblicitari sugli immobili e gli interventi sulle verande della abitazioni.
E i restanti articoli? Il governo ha presentato in aula alcuni emendamenti che riscrivono gli articoli 2, 3, 6 e 7 del ddl, praticamente il cuore del Piano casa. Si tratta delle norme sulla modalità e la possibilità di ampliamento degli edifici esistenti; il rinnovamento del patrimonio edilizio attraverso demolizione e ricostruzione; la semplificazione e snellimento delle procedure burocratiche; le misure antisismiche. La nuova versione di questi articoli adesso dovrà passare al vaglio dell'Ars.L’Aula aveva espresso l’intenzione di proseguire nell’esame dell’articolato, respingendo una proposta di rinvio del presidente dell’Ars, Francesco Cascio. Pochi minuti dopo, però, la riscrittura dell’articolo 12 ha imposto un aggiornamento dei lavori e l’Aula è stata riconvocata da Cascio per martedì 2 marzo alle ore 16. Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha partecipato all’ultima parte della seduta e ha usato toni distensivi quando si è affidato alle decisioni del Parlamento sostenendo che la bocciatura di qualche norma “non è un dramma”. Restano accantonate al momento le norme più controverse, quelle contenute negli articoli 2, 3 e 6 che sono relativi alla tipologia degli immobili di cui permettere ampliamenti e alle cubature da autorizzare. Su questi punti stamattina la Conferenza dei capigruppo ha appianato alcune questioni, con il ritiro di molti emendamenti, che però rimangono numerosi. L’articolo 7 è stato anch’esso accantonato perchè, come ha detto il presidente Cascio, necessitava di una riscrittura.
I lavori dell’ARS sulla predisposizione della normativa regionale comunemente indicata come “piano casa”, secondo il presidente della Commissione Ambiente del Senato, Antonio d’Alì, sono una importantissima occasione “per porre l’accento sui temi della sicurezza e degli interventi volti al risparmio energetico”.
“È indispensabile – afferma d’Alì – immaginare il piano casa come una grande stagione di riforma strutturale della complessa normativa in materia edilizia e urbanistica; prevedere forme di agevolazione per chi intenda mettere in sicurezza la propria abitazione o per chi intenda dotarla di impianti o misure di contenimento del consumo energetico, uscendo dalle anguste interpretazioni e ripartizioni tra immobili abusivi e non abusivi. L’esperienza ha dimostrato che in Sicilia immobili regolarmente autorizzati si sono rivelati drammaticamente insicuri; al contrario parte del patrimonio edilizio ancora classificato come abusivo è invece costruito in situazione di evidente e accertabile sicurezza- Pertanto occorre una norma che solleciti i comuni a rivedere i Prg alla luce di aggiornati criteri di sicurezza cosi come occorrerebbe una apertura nei confronti delle posizioni abusive ancora da definire avendo come discriminante sempre il criterio della sicurezza. Insomma uno sguardo a tutto campo sulla situazione edilizia regionale che segni un momento di sistemazione e di svolta per un futuro più armonico, meglio programmato e rispettoso delle tipologie edilizie caratteristiche del nostro territorio. Se si dovesse decidere di regolarizzarne una parte ancora oggi nel limbo bisognerebbe definire anche un piano di riqualificazione estetica in gradi eliminare evidenti brutture e rilanciare le piccole e piccolissime imprese dell’artigianato edilizio siciliano. Non oblazioni all’erario ma obbligo di investimenti migliorativi del patrimonio edilizio”.