Il governo ha annunciato la presentazione di un subemendamento che riscrive parte del testo approvato dalla Commissione. Si tratta di una modifica che sintetizza i contenuti dell’intesa raggiunta con Mpa, Pdl Sicilia e Pd e che estenderà parzialmente le possibilità previste dal “piano casa” anche agli immobili delle aziende, purchè si trovino nelle aree di sviluppo industriale o nelle aree D dei piani regolatori.
L’intesa raggiunta ieri dovrebbe poter contare su una robusta maggioranza e la legge sull’edilizia quindi pare destinata, salvo sorprese, a vedere la luce.
L’appuntamento è alle 16 e ci sarà di che discutere. “Con il vertice di ieri – ha detto oggi il capogruppo dell'Udc Rudy Maria – si è oltremodo chiarito che il Pd è organico all’attuale maggioranza. E pur di stare nelle stanze del potere, lo stesso Pd è pronto ad ingoiarsi tutto come Godzilla, persino il cambio di destinazione d’uso dei capannoni industriali in un sol boccone”. E sarà proprio sul cambio di destinazione d’uso, tema che porta con sé grossi interessi economici, che si affileranno i coltelli.
Il testo presentato dal governo regionale prevede una serie di novità rispetto al disegno di legge come appariva in origine. Il sub emendamento sul Piano casa presentato in aula dall’assessore ai Lavori Pubblici Luigi Gentile dice tra l’altro che i lavori di ampliamento o di ricostruzione degli immobili siano subordinati o al rilascio di una concessione edilizia oppure alla semplice denuncia di inizio attività, la cosiddetta Dia. Il testo originario, invece, prevedeva che l’avvio dei lavori fosse vincolato al rilascio della concessione edilizia. Lo stesso emendamento indica che il patrimonio edilizio che può godere delle agevolazioni della legge sia quello esistente al 31 dicembre 2009 e non più al 31 dicembre 2008 come previsto nel Ddl passato in commissione.
I benefici della legge sono estesi anche agli immobili con destinazione d’uso non residenziale. Sono consentiti interventi di ampliamento sino al 15% e per una superficie comunque non superiore a 400 metri quadrati. Gli interventi di ristrutturazione o di demolizione e ricostruzione potranno usufruire di ampliamenti fino al 25%, rimanendo sempre in limite massimo di 400 metri quadrati. I parametri sono però incrementati di un ulteriore 10% qualora vengano adottati sistemi che utilizzano fonti di energia rinnovabili. Il testo esclude da questi benefici gli immobili che hanno carattere turistico e commerciale. Gli edifici commerciali e industriali devono comunque ricadere nelle zone “D” dei piani regolatori o nelle zone Asi (Area sviluppo industriale).