Il provvedimento fu approvato dalla Camera l'11 giugno del 2009, su un testo sul quale il governo aveva posto la fiducia.
PER QUALI REATI
Confermato l'elenco attuale. Delitti non colposi puniti con la reclusione superiore a cinque anni nel massimo, delitti contro la Pubblica Amministrazione, delitti riguardanti, tra l'altro, droga, armi, insider trading, aggiotaggio, molestie, pedofilia. Ma per autorizzarle il giudice dovrà avere in mano «evidenti indizi di colpevolezza» dell'indagato e non più «gravi indizi di reato». Per i reati di mafia e terrorismo basteranno però «sufficienti indizi di colpa».
PER QUANTO TEMPO
Viene introdotto il limite massimo di 30 giorni, prorogabili per altri due periodi di 15 giorni l'uno. In tutto, quindi, 60 giorni. Per i reati di mafia e terrorismo questi limiti non valgono.
L'ARCHIVIO
Le intercettazioni dovranno essere conservate in un archivio riservato della procura.
DIVIETO DI PUBBLICAZIONE
Vietatissimo pubblicare intercettazioni delle quali è stata disposta la distruzione: si rischiano da 6 mesi a 3 anni di carcere. Stesse pene se si pubblicano intercettazioni che riguardano persone estranee all'inchiesta. Divieto di pubblicare il contenuto delle intercettazioni e gli atti dell'indagine prima della conclusione delle indagini preliminari. Possibile pubblicare un riassunto. Il giornalista che sgarra rischia 30 giorni di carcere, l'editore 465mila euro di multa.
TV
Le immagini video dei processi saranno autorizzate solo le parti acconsentono.