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16/02/2010 12:41:14

Tredici arresti per spaccio tra Alcamo e Palermo

Si tratta di:
Colombo Serafino nato a Palermo il 09.09.1950; Concialdi Angelo nato a Palermo il 10.09.1982; Garofalo Fabio nato a Palermo il 22.10.1980; Guida Francesco nato a Partinico il 18.05.1942; Guida Gioacchino nato a Palermo il 19.04.1977; Mellina Giuseppe nato a Palermo il 01.01.1967; Mineo Girolamo nato a Palermo il 15.07.1969; Oliveri Fabio nato a Palermo il 18.04.1973; Pugliese MattGuardia_Di_Finanza_Macchina_2.jpgeo nato a Marsala il 21.06.1975; Riina Giuseppe nato Palermo il 08.07.1978; Schillaci Giovanni nato a Palermo il 03.01.1944; Vernengo Giuseppe, nato a Palermo il 15.11.1961; Vernengo Giusto nato a Palermo il 08.08.1982.

A Giuseppe Vernengo, l’arresto è stato notificato in carcere in quanto già detenuto per rapina aggravata e lesioni. Inoltre per quest'ultimo e per Giovanni Schillaci l’ordinanza di custodia cautelare è riferita anche alla detenzione, e l’alterazione di armi con riferimento a 3 fucili a canne mozze.
Durante la fase di investigazioni la guardia di finanza avevano sequestrato 370 gr. di cocaina, 4,300 kg. di marijuana, tre fucili a canne mozze calibro 12 ed un revolver calibro 357 magnum con matricola abrasa, edall’arresto di 8 persone e la denuncia a piede libero di altre 6.
Le misure cautelari sono relative all’attività di indagine svolta dalle Fiamme gialle del gruppo pronto impiego fra la fine del 2006 ed il 2008 che ha svelato “l’esistenza di una sordida e squallida comunanza amicale e non - come si legge nell'ordinanza del Gip -, legata alla comune frequentazione di locali notturni e all’assunzione e distribuzione di sostanze stupefacenti, prevalentemente del tipo cocaina””.
Non si tratta di una vera e propria associazione tra gli indagati, piuttosto di relazioni e commistioni tra soggetti che trovano nel rapporto reciproche soddisfazioni senza che per tutti sussista una comune gestione dei proventi dell’illecita attività.
Le indagini sono partite attraverso l'osservazione e il controllo di Gianfranco Mangano, nato a Palermo il 14.05.1981, frequentatore di locali pubblici ove si occupava anche di commerciare sostanze stupefacenti. Il ragazzo è stato arrestato nel Gennaio 2007 in flagranza di reato per cessione di sostanze stupefacenti.
L’individuazione di Giuseppe Vernengo e Girolamo Mineo nella qualità di fornitori della sostanza stupefacente al Mangano è altresì un dato raccolto nel periodo di indagine.
Agli altri coindagati si è pervenuti in seguito, attraverso la verifica delle reciproche frequentazioni e dei rapporti d’affari, a volte, di chiara natura illecita. Per quanto attiene i Guida il collegamento a Vernengo Giuseppe è fornito dal padre di quest’ultimo Giusto (classe ’33).
Nel corso delle investigazioni lo stupefacente ha assunto le più diverse sinonimie. Gli investigatori hanno infatti registrato il “trasporto di olio”, “l’acquisto di macchine”, “la ricerca di cd” “la lettura di capitoli e mezzi capitoli” e, in relazione ai personaggi di Partinico, “caciocavallo, cavadduzzi, cavalli, vitelli e vitellucci saporiti”.

La natura e l’origine del rapporto che intercorre tra Giuseppe Vernengo e Mineo viene, per certi aspetti, rivelata dalla allora compagna di Vernengo nel corso di una comunicazione telefonica. Rivolgendosi al suo interlocutore la donna afferma che il Mineo è stato posto in funzione di tutela e controllo a fianco di Giuseppe Vernengo, dal padre Giusto (classe ’33), infatti “è il padre di lui che gli dice di stargli vicino” per “ non fargli fare cazzate….perché combina sempre pasticci”.
E’ sempre la stessa donna che nel corso di un’altra conversazione telefonica con una sua amica riferisce di una tumultuosa serata passata con il Vernengo ed alcuni suoi amici ai quali contesta di essere dei "coglioni….i veri mafiosi alle otto stanno a casa… a quest’ora siete tutti drogati”.
La donna è Giuseppina Casale nata a Mercato S. Severino (Sa) il 1.1.1961. Le Fiamme gialle di Palermo l’hanno arrestata nel giugno 2007, insieme ad altri responsabili, per il tentato sequestro di persona organizzato a Milano nei confronti del marito, l’imprenditore palermitano Giovanni Cottone.
un altro evento grave è successo nel gennaio 2008, quando Giusto Vernengo, nell’ambiente noto come “il novanta” ed il figlio Pietro vengono picchiati a seguito di una banale lite per una mancata precedenza stradale. Racconta Pietro che “..uno è tornato in macchina e ha preso il crick e ne ha dato un colpo a papà…”. L’episodio, non denunciato alle forze dell’ordine, determina un’immediata e pronta reazione di Giuseppe Vernengo che, con l’aiuto del figlio Giusto organizza nell’immediatezza una squadra di ricerca degli autori del fatto e la stessa sera, individuati, li pesta brutalmente.
Giusto Vernengo e Fabio Oliveri sono risultati irreperibili agli indirizzi di abituale dimora e dove erano stati visti ancora nei giorni scorsi. Ma attraverso le indagini dei militari si è pervenuto al rinvenimento ed alla cattura degli stessi.
Giusto Vernengo è stato rintracciato nella località rivierasca laziale di Tor San Lorenzo, in provincia di Latina, con la collaborazione della compagnia di Pomezia. Il Vernengo si trovava in quella città per ragioni personali. l'uomo è stato recluso presso il carcere di Velletri.
Fabio Oliveri è stato, invece, rintracciato presso Acireale (Ct) dove si era recato in occasione del carnevale. E’ stato rinvenuto dai militari della locale Tenenza della guardia di finanza mentre si apprestava a confondersi tra carri e maschere.