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08/02/2010 14:00:00

Imprenditoria, protocollo d’intesa per contrastare le ingerenze mafiose

È per queste motivazioni che la Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana, di cui è vicepresidente marrocco.jpgl’Onorevole Livio Marrocco, deputato regionale del Pdl, ha approvato lo schema di un protocollo d’intesa da sottoporre, per l’adozione, alle diverse pubbliche amministrazioni ed Enti, in modo da offrire loro un ulteriore strumento, capace di evitare che la malavita organizzata possa incidere negativamente sulla fase di aggiudicazione degli appalti, sui lavori nei cantieri, sul mercato del lavoro e su ogni altro intervento che, in qualche modo, concorra a modificare il normale processo economico e produttivo, arrecando ingenti danni all’intera collettività.

«Riteniamo di fondamentale e primaria importanza prevedere opportuni controlli e forme di deterrenza dei comportamenti illeciti, “attrezzando” adeguatamente gli Enti, le pubbliche amministrazioni e le stesse imprese che, non potendo agire liberamente sul mercato, potrebbero rischiare di sottomettersi ad un sistema illegale, pur di sopravvivere – afferma l’On. Marrocco -. La Commissione Antimafia dell’Ars ha pertanto ritenuto opportuno redigere un documento che possa poi essere adottato dai diversi Enti a garanzia del rispetto della legalità, durante la normale attività amministrativa – sono le sue parole -. Il documento è composto da sei articoli e sono chiamati a sottoscriverlo l’impresa, la Prefettura, l’assessorato regionale alle Attività Produttive, la Questura ed il Comune. Ciascun soggetto avrà il proprio ruolo, in modo da assicurare, attraverso un’azione sinergica e coordinata, un’efficace attività di contrato da eventuali ingerenze mafiose. All’impresa, ad esempio, si chiede una puntuale comunicazione riguardo: eventuali accordi con pubbliche amministrazioni o Enti interessati; l’elenco delle ditte partecipanti ai lavori (appaltatori, fornitori, società di consulenza…); le indicazioni delle imprese subappaltatrici; il numero ed i nominativi dei lavoratori assunti – conclude -. La sottoscrizione del protocollo d’intesa diverrà così uno strumento di garanzia e di trasparenza delle procedure».