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26/01/2010 08:24:55

"Fate tornare presto il peschereccio mazarese bloccato a Malta". Ma ci vogliono 35mila euro...

Un peschereccio italiano, il “Mamma Maria”, è stato sequestrato da una motovedetta maltese mentre era impegnato in una battuta di pesca a 16 miglia a Sud Ovest di Malta, in una zona dichiarata di “competenza esclusiva” dalle autorità della Valletta. Il motopesca, iscritto al compartimento marittimo di Mazara del Vallo, è stato intercettato da un’unità della Marina Militare, dopo essere stato avvistato da un aereo in ricognizione nel Canale di Sicilia. L’imbarcazione in questo momento viene scortata verso il porto della Valletta.
Sul motopesca sono imbarcati sei uomini d’equipaggio, due dei quali tunisini, agli ordpeschereccio.jpgini del comandante Francesco Giacalone. L’armatore, Francesco Siragusa, ha detto di avere avuto l’ultimo contatto con l’imbarcazione intorno alle 15.30, mentre si trovava a circa venti miglia a Sud di Malta. Non è la prima volta che le autorità maltesi sequestrano pescherecci italiani nelle acque considerate di propria “competenza esclusiva”. L’ultimo episodio risale al 29 giugno scorso, quando una motovedetta sequestrò il motopesca “Maria Salvatrice” , della flotta di Portopalo di Capo Passero. Il comandante e i tre uomini di equipaggio furono arrestati e rilasciati dopo cinque giorni di detenzione in carcere e il pagamento di una multa di 35 mila euro.

“Serve un intervento immediato delle nostre autorità: il presidente della Regione e il ministero degli Esteri attivino tutti i canali a disposizione per far tornare a casa nel più breve tempo possibile il peschereccio mazarese bloccato a Malta”. Lo dice Camillo Oddo, vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, a proposito dell’imbarcazione “Mamma Maria” di Mazara del Vallo, fermata ieri pomeriggio dai militari maltesi e scortata nel porto di La Valletta.
“Seguiamo con attenzione la vicenda – aggiunge il vicepresidente dell’Ars – in questo momento giungono notizie rassicuranti sulle condizioni dell’equipaggio e circa l’attività diplomatica dell’ambasciatore italiano a Malta: ci auguriamo che tutto si chiarisca in tempi rapidi e che il peschereccio possa presto tornare in Sicilia”.

Appresa la notizia dell’avvenuto sequestro del motopesca “Mamma Maria” del compartimento marittimo di Mazara del Vallo, ad opera di una motovedetta di Malta, il Presidente del Consiglio Provinciale di Trapani, Peppe Poma, ha immediatamente sollecitato l’intervento del Ministro agli Affari Esteri, Franco Frattini, al quale ha fatto pervenire il seguente telegramma:

SEGUITO NUOVO SEQUESTRO MOTOPESCA DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI MAZARA DEL VALLO E DEL SUO EQUIPAGGIO DA PARTE DI UNA MOTOVEDETTA MALTESE, A NOME MIO PERSONALE E DELL’INTERO CONSIGLIO PROVINCIALE DI TRAPANI, SOLLECITO SUO AUTOREVOLE, TEMPESTIVO, DECISO INTERVENTO PER L’IMMEDIATO RILASCIO DEL “MAMMA MARIA” E DEI SEI UOMINI DELL’EQUIPAGGIO. NELLA CONVINZIONE CHE L’OPERATO DELLA S.V. POSSA DARE SUBITO POSITIVI RISULTATI ALLA LUCE ANCHE DEI BUONI RAPPORTI INTERCORRENTI CON LE AUTORITA’ GOVERNATIVE DI MALTA, NON POSSO NON EVIDENZIARE L’URGENZA DI RISOLVERE IL PROBLEMA DI FONDO CHE E’ QUELLO DELLA PRATICA DELL’INAMMISSIBILE AUTODETERMINAZIONE DEI CONFINI DELLE ACQUE TERRITORIALI.

“Voglio sperare – ha inoltre dichiarato il Presidente Poma – che il Governo italiano sia finalmente in grado di raggiungere un accordo concreto con le autorità maltesi che ponga fine alla incivile e ingiustificabile pratica dei sequestri di pescherecci, operati peraltro quasi sempre in acque internazionali che diventano acque territoriali di questo o quel Paese grazie alla grave quanto inammissibile pratica della cosiddetta “competenza esclusiva”.
Non posso non sottolineare – ha aggiunto il Presidente del Consiglio Provinciale – che il sequestro del “Mamma Maria” è avvenuto proprio nel momento in cui i rapporti di collaborazione fra Malta e Italia dovrebbero essere più che buoni.
Esprimo infine – ha concluso Peppe Poma - il massimo della solidarietà e della vicinanza di tutti i componenti del Consiglio Provinciale al comandante Francesco Giacalone e agli altri marittimi sequestrati, alle loro famiglie e all’armatore del peschereccio, Francesco Siragusa.


 

 



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