A tirare le somme di un anno con il fiato delle mafie sul collo degli imprenditori italiani è Lino Busà, presidente di Sos Impresa, associazione di Confesercenti nata per difendere la libera iniziativa imprenditoriale e che mercoledi' 27 gennaio presenterà il XII Rapporto "Le mani della criminalità sulle imprese". Alla presentazione, che avverra' presso l'Auditorium Confesercenti di via Nazionale, saranno presenti il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, Giosuè Marino, Commissario antiracket e antiusura, il presidente di Confesercenti Marco Venturi e il presidente Busà.
Il rapporto, spiega Busà, è una radiografia dell'economia criminale sulle spalle dell'imprenditoria e nel suo stesso sangue, infiltrata e mimetizzata nell'economia italiana. Quest'anno, ha anticipato Busà all'agenzia Redattore Sociale, avrà anche un focus sulle aziende. "Abbiamo esaminato tutti i sequestri disposti dall'autorità giudiziaria nel 2009- spiega- ci siamo concentrati su quelli di aziende lasciando perdere i patrimoni, i conti correnti, immobili e cose di questo tipo, e abbiamo analizzato il tipo di azienda sequestrata. Ho esaminato 120 atti e sono venute fuori 595 aziende sequestrate". Un lavoro, prosegue Busà, per capire meglio "dove investe la mafia non sulla base di opinioni, ma su dati di fatto".
Il rapporto delinea il quadro degli investimenti delle mafie. Tra le aziende piu' esposte alle mani della criminalita' c'è l'edilizia, con le imprese di calcestruzzo, di movimento terra, di costruzioni, "ma ci sono anche altri settori che uno non pensa siano coinvolti". Nello studio anche una distinzione per tipologia d'impresa per monitorare quali imprese sono coinvolte e quali sono "i reticoli" della mafia nell'imprenditoria. Un rapporto, quindi, non solo su usura e estorsione, ma uno strumento per "comprendere quali sono i settori privilegiati dalla mafia imprenditrice, facendo il bilancio delle attivita' e cercando di capire dove vanno a finire i soldi. 595 imprese sequestrate- conclude Busà- sono un campione piuttosto interessante".