L'indagine, coordinata dalla Dda di Palermo, ha scoperto un'associazione per delinquere che spacciava droga. Nell'inchiesta era emerso anche il ruolo di un transessuale, detto "Silvia". Demis Silvia, che non è un trans, e si chiama Silvia di cognome, ha appreso, dalla stampa, di essere destinatario dell'ordine di cattura e si è costituito.
Accompagnato, quindi, dal suo legale, l'avvocato Vincenzo Forti la mattina dello scorso 13 gennaio si è presentato dai militari dell'Arma di Bagheria che hanno ascoltato le sue ragioni, ma hanno eseguito il provvedimento di carcerazione. Dopo avere avvertito il pm, i carabinieri hanno fatto gli accertamenti suggeriti dall'uomo che, comunque, aveva usato il cellulare del trans Silvia, e che per questo era comparso nelle intercettazioni disposte dagli inquirenti. Il 16 gennaio, con un provvedimento a firma del pm Amelia Luise, Demis Silvia è stato liberato. Per il legale "tutto doveva avvenire con maggiore celerità, possibilmente lo stesso giorno in cui il mio cliente si è costituito". Il protagonista della vicenda ha annunciato che agirà per il "risarcimento del danno per ingiusta detenzione".