Ricordiamo che la famiglia De Marco, Sara (70 anni) ed il figlio Giuseppe (40 anni), è stata l'unica tra le famiglie sfollate nell'agosto 2009 che non è riuscita a trovare, per colpa o per sfortuna, un alloggio temporaneo. Dopo l'apposizione dei sigilli alla loro abitazione, Sara e Giuseppe hanno trascorso 20 giorni all'aria aperta, all'addiaccio. Non riuscendo a trovare un appartamento i due hanno preferito far abbattere il muro che impediva l'entrata nella loro palazzina e ricominciare a vivere nel loro vecchio appartamento. Senza luce, senza gas, senza niente.
Immediata fu la replica dell'Assessore Nicola Sammartano: “La sig.ra De Marco Rosaria, destinataria di un alloggio sito nella centrale Via Sibilla di Marsala ha rifiutato la detta destinazione, il temporaneo alloggio in albergo, siccome, ancor’oggi, nonostante i ripetuti inviti delle Agenzie immobiliari, respinge ogni altra soluzione locativa. La stessa, quindi, rimane – “stranamente”, ci si perdoni il termine - l’unico soggetto, l’unica famiglia, tra le destinatarie dell’ordinanza di sgombero, “incapace” di trovare la sistemazione abitativa.”
Noi il termine l'abbiamo perdonato, le nostre urgenze erano due. La prima riguardava la pericolosità che un immobile, incustodito e di libero accesso, avrebbe rappresentato per i tanti bambini della zona, un pericoloso parco giochi. Ci preoccupava inoltre come una madre ed un figlio potessero vivere allo stato brado, sotto l'indifferenza di tutti e senza che il Comune ed i servizi sociali avessero attivato tutte le procedure che il caso richiedeva, anche le più drastiche.
Ai nostri microfoni, il Sindaco Carini ha dichiarato di aver fatto tutto il possibile: “Noi abbiamo messo a disposizione per tutti gli abitanti delle case popolari di Via Mazara un alloggio a spese del Comune, anche per lei, ma non vuole andare in un altro alloggio, nonostante noi abbiamo contattato diverse agenzie immobiliari. Anche gli assistenti sociali hanno tentato di convincerla, abbiamo assicurato il trasloco gratuito, ma non si è voluta trasferire.”
Dicembre 2009. L'ingresso del palazzo dove abitava la signora Sara viene murato, missione compiuta. Bambini incolumi e operazione di sfollamento conclusa. La famiglia De Marco sarà stata convinta dal Sindaco, da Sammartano o da qualche scrupoloso assistente sociale a trasferirsi in un appartamento con gli standard di vita essenziali. E vissero tutti felici e contenti. Magari...
Pochi giorni fa abbiamo incontrato per caso Giuseppe De Marco, il figlio di Sara. Non lo vedevamo dall'intervista di ottobre. Gli chiediamo dove sono stati trasferiti, sorride. Giuseppe ci racconta che lui e sua madre non sono mai andati via da quell'appartamento. La madre, secondo quanto riferisce, ha preferito farsi “murare” dentro il palazzo. Lui entra ed esce da una finestra del piano terra.
Giuseppe ci dimostra ottimismo, la situazione non gli pesa. E poi sua madre non deve andare da nessuna parte. Dice che tra sei mesi, quando il contratto di affitto che il Comune ha garantito agli altri sfollati scadrà, tutti ritorneranno nelle loro vecchie case, tanto il Comune aveva specificato che sarebbe durato solo un anno. Sostiene che tutto tornerà come prima, ognuno ai blocchi di partenza, nelle case popolari.
A prescindere dalle previsioni di Giuseppe, in questo momento sembra esserci, nella nostra sorridente cittadina, una signora di 70 anni che vive, per scelta sua (o del figlio), murata dentro un palazzo fatiscente ed oggetto di sfollamento. Ma non importa, non si vede.
Carlo Rallo