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20/01/2010 05:28:29

Crisi del call center a Trapani: "La situazione è drammatica". Politica in campo

"La situazione è drammatica", dichiara il segretario della Cgil Mimma Argurio che accosta la vertenza di Trapani a quella dei lavoratori dell'impianto della Fiat di Termini Imerese. Presso i call center delle società Multimedia Planet e B2B Integrated Services operano infatti 920 lavoratori, 650 dei quali a tempo determinato ed indeterminato ed i rimanenti con contratti a progetto. Un'eventuale chiusura delle due strutture avrebbe quindi un forte impatto sull'economia cittadina. Il segretario della Cgil usa parole durissime: "Bisogna cambiare le leggi nazionali e regionali he regolamentano la concessione degli incentivi alle aziende. Non è possibile consentire ad imprenditori disonesti di prendere i soldi dai finanziamenti pubblici, scappare e poi costruire altre scatole cinesi in Marocco, Tunisia e Romania. Ciò non deve più accadere. Il governo deve cambiare le regole del gioco per gli incentivi agli imprenditori". Il segretario della Cgil lancia un appello a tutti i parlamentari sollecitandoli ad attivarsi per sbloccare la vertenza dei lavoratori dei call center. Secondo il segretario nazionale della Slc-Cgil Riccardo Saccone, che ha partecipato ad una riunione svoltasi nella sede provinciale del sindacato, a Trapani, "bisogna preservare le professionalità presenti all'interno delle strutture". Saccone ha attaccato anche l'impresa Phonemedia: "Non si capisce quali siano le sue finalità".

La vertenza intanto approda nell'aula del consiglio comunale di Trapani. Venerdì 29 gennaio, alle ore 10.00, l'assemblea si riunirà in seduta straordinaria per occuparsi della questione. Il consiglio comunale ha espresso piena solidarietà ai lavoratori. A seguito di una riunione dei capigruppo, si è deciso di dedicare una seduta straordinaria alla vertenza per tentare di trovare una soluzione.

 Il Vice Presidente della Commissione Sanità all’Ars, l’onorevole Giuseppe L0 Giudice, stamane ha depositato all’Ars, come primo firmatario, una mozione riguardante i 920 dipendenti del Call Center del gruppo «Phonomedia» di Trapani che dal 13 gennaio hanno occupato i locali di lavoro della società «Multimedia Planet».

La mozione di Lo Giudice impegna il governo Lombardo «a verificare presso il Ministero dello Sviluppo Economico quali circostanze impediscono l’utilizzo dei cosiddetti «ammortizzatori sociali» per questi lavoratori, e se la società «Phonemedia» e comunque le società che fino ad oggi si sono succedute nella gestione del Call Center di Trapani abbiano usufruito di agevolazioni di natura contributiva, fiscale e previdenziale da parte della Regione Sicilia»

«Ci sono circostanze segnalate dai lavoratori – spiega l’onorevole Lo Giudice – che, se risultassero vere, sarebbero inquietanti. Come quella secondo cui le diverse società che negli anni si sono succedute nella gestione di questi lavoratori, avrebbero usufruito di circa 11 milioni di euro di contributi e agevolazioni per l’assunzione di personale da parte della Regione Siciliana. O che dagli uffici della «Mediaplanet» a Trapani, nottetempo, sarebbero scomparsi documenti e computer.
Questi lavoratori negli anni, attraverso il classico intreccio delle scatole cinesi, sarebbero passati di volta in volta alle dipendenze di diverse società; c’è il fondato sospetto che fosse un espediente per consentire l’utilizzo di specifiche agevolazioni da parte della Regione Siciliana»

Il Call Center del gruppo «Phonemedia» occupa allo stato attuale 920 lavoratori: 650 a tempo determinato ed indeterminato, i rimanenti con contratti a progetto.
Il Call Center è rimasto operativo fino al 31 dicembre del 2009.
Da allora le commesse di lavoro sono state dirottate verso altre società e il management del gruppo «Phonemedia» è letteralmente scomparso.
La «Phonemedia» nel luglio del 2009 è stata acquisita da una multinazionale inglese, il «Gruppo Omega Spa», noto alle cronache giornalistiche per una serie di fallimenti di società riconducibili alla stessa multinazionale.
La «Phonemedia» ha comunicato ai dipendenti che non è praticabile il ricorso alla cassa integrazione guadagni, né ai cosiddetti «contratti di solidarietà».

 



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