La costruzione del nuovo carcere di Marsala è stato inserita nel piano di ampliamento ed ammodernamento dell’edilizia penitenziaria che è stato esitato favorevolmente nella riunione del Consiglio dei Ministri di mercoledì 13 gennaio.
Il sito sorgerà in un'area di circa 100 mila metri quadrati ubicata in contrada Scacciaiazzo, che, peraltro, è stata individuata nell’attuale piano comprensoriale e che avrà uguale collocazione anche nel nuovo piano regolatore generale.
La delibera di individuazione dell’area ha già avuto il parere favorevole del Consiglio Comunale.
Spetterà, adesso, al Ministero di Giustizia porre in essere tutti gli adempimenti per avviare la costruzione del nuovo carcere di Marsala. Infatti, sia la redazione del progetto che la gara d’appalto per l’esecuzione dei lavori sono di esclusiva competenza dello stesso Ministero. In realtà, secondo quanto è dato sapere, al Ministero della Giustizia esisterebbe già un’idea progettuale che verosimilmente dovrà comunque essere attualizzata.
Sono quattro i ''pilastri'' su cui poggera' il piano carceri che il governo ha deciso di varare al termine del Consiglio dei Ministri di oggi. Ad illustrarli, a Palazzo Chigi, lo stesso ministro della Giustizia, Angelino Alfano. ''Innanzi tutto, per la rapida edificazione dei nuovi edifici carcerari - ha detto - abbiamo deciso di proclamare lo stato di emergenza fino al 31/12/2010. Il nostro progetto prevede poi un piano di edilizia straordinaria, alcune norme di accompagnamento e 2.000 nuovi agenti penitenziari''.
La procedura di emergenza, che seguira' lo stesso schema usato per la ricostruzione per le case in Abruzzo, consentira' di snellire alcuni passaggi burocratici per giungere ad edificare 47 nuovi padiglioni. Per quanto riguarda, invece, i finanziamenti, questi verranno da 500 milioni di euro gia' stanziati in Finanziaria, da altrettanti 500 milioni presi dal bilancio del Ministero della Giustizia e da finanziamenti privati. Un piano, quello predisposto dal governo, ha precisato il Guardasigilli, che consentira' di far aggiungere 21.749 posti a quelli gia' disponibili con gli attuali isituti carcerari.
Per quanto riguarda, invece, le cosiddette ''norme di accompagnamento'', ha spiegato ancora Alfano, queste consentiranno a chi ha avuto pene inferiori ad un anno di poter scontare le stesse ai domiciliari mentre verra' introdotta la cosiddetta ''messa alla prova'', per chi ha pene del massimo di tre anni, che consentira' la sospensione del processo se il condannato decidera' di voler svolgere lavori di pubblica utilita'. Infine il governo ha deciso di aumentare gli organici della polizia penitenziaria con 2.000 nuovi ingressi.
''Questa che ci accingiamo a compiere - e' stato il commento di Alfano - e' una missione che non ha precedenti nella storia della Repubblica perche' si vuole risolvere il problema del sovraffollamento carcerario non ricorrendo all'ennesima amnistia o indulto ma volendo dare dignita' a chi deve, comunque, scontare una pena''.
Un piano, quello delle carceri, che il governo e' sicuro che giungera' a risolvere un problema che, ha spiegato lo stesso Alfano, sta assumendo proporzioni drammatiche. Un dato per tutti lo ha portato lo stesso Guardasigilli che ha affermato come i 1.600 nuovi posti nelle carceri creati negli ultimi 18 mesi sono, comunque, risultati insufficienti visto che ''il saldo attivo tra entrate e uscite nei nostri penitenziari ci parla di un piu' 700 nuovi detenuti al mese''.
Pd: "Non basta costruire nuove carceri". Secondo Donatella Ferranti, capogruppo del Pd nella commissione giustizia della Camera, è infatti necessario "ripensare il modello edilizio penitenziario". Due le principali richieste: tenere conto delle esigenze di elevata sicurezza per chi è sottoposto al regime del 41bis e dare maggiori spazi comuni e possibilità di lavoro ai detenuti normali. Quanto al finanziamento dei privati, Ferranti sottolinea l'importanza della "trasparenza del procedimento, l'affidabilità delle imprese e l'assoluta assenza di qualsiasi legame diretto e indiretto con le imprese criminali". Ma, aggiunge, "questo non può rappresentare un primo passo per la privatizzazione della gestione delle carceri, alla quale siamo fermamente contrari".
"Piano inutile". L'associazione Antigone, che si batte per i diritti nelle carceri, critica l'insieme dei provvedimenti varati oggi dal governo: "E' un piano inutile e dannoso", sostiene il presidente Patrizio Gonnella: "Inutile perché non si è mai visto in Italia che in sei mesi si costruisca un carcere. A Gela ci sono voluti cinquant'anni. Dannoso perché alimenterà nuove ondate di affollamento penitenziario". Gonnella si dice contrario "a ogni forma di presenza di privati nel management penitenziario" (in passato, sottolinea, ci sono stati solo "tentativi falliti") e indignato per l'utilizzo dei soldi della cassa delle ammende per la costruzione di nuove carceri: "E' indecente - afferma - spendere il denaro destinato alla risocializzazione dei detenuti".