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15/01/2010 09:34:41

Attesa per domani la sentenza sull'omicidio Via

 

«Bisogna condannarli perchè sono dei lupi che hanno ucciso un giovane eroe». ha detto l'avvocato Giacomo Lombardo,  che rappresenta i familiari di Nino Via, nel suo intervento.  «Dentro di sè – ha evidenziato  Lombardo – aveva altri insegnamenti, quelli che aveva ricevuto dai suoi genitori, suo padre pur nel momento più drammatico, quando ha saputo della morte del figlio, raccontando in aula quei momenti è venuto a dire di non essere stupito di quello che Nino aveva fatto, salvare un collega».
Nel suo intervento il legale di parte civile non ha voluto esternare il contenuto della richiesta di risarcimento economico, l'ha messa per iscritto nella comparsa consegnata alla Corte di Assise: "Non è l'aspetto economico che possa interessare e risolvere ogni dolore. Ma l'aspettativa è quella della giustizia che condanni i colpevoli".

Per Della Chiave il Pubblico Ministero Belvisi ha chiesto l'ergastolo. A difendere  Della Chiava in aula è l'avvocato Salvatore Pennica: "Non ci sono prove" ha detto.  Pennica ha anche rimarcato la confessione di Della Chiave che ha ammesso di avere organizzato il «colpo» ma di non avervi partecipato. Secondo l'accusa lui invece c'era e proprio lui sparò, uccidendo quel giovane, perchè forse si è visto riconosciuto da Nino Via, considerato che in passato aveva frequentato, per un corso di formazione, il centro commerciale di via Orti. Riconoscimento che invece per l'avv. Pennica non può esserci stato. L'avv. Pennica ha anche contestato l'esistenza di una compatibilità tra la pistola trovata nel possesso di Della Chiave e il bossolo rinvenuto sul luogo del delitto. Infine ha comunque chiesto ai giudici in caso di condanna di concedere le attenuanti generiche.

Per Orazio Montagna, invece, la richiesta del Pm è 30 anni. Secondo l'Avvocato Giacomo Frazzitta, Orazio Montagna non avrebbe preso parte all'uccisione di Antonino Via: "La sera della rapina si trovava a Marsala. I suoi tre telefoni cellulari hanno agganciato un ponte nella zona del centro marsalese". Secondo il legale, le prove a carico di Orazio Montagna sarebbero insussistenti:  "Il frammento d'impronta digitale rinvenuto sulla scena del delitto non è riconducibile all'imputato. Il numero di linee rilevato è insufficiente per esprimere un giudizio di compatibilità. Ed anche l'esame balistico sulla pistola rinvenuta in possesso di Orazio Montagna e Giovan Battista Della Chiave è  inattendibile. La prova è stata effettuata in assenza dei difensori ed è stato utilizzato un acido che ha reso impossibile la ripetizione. Una chiara violazione del diritto della difesa". Ed inattendibile, per Frazzitta, sarebbe anche Giovan Battista Della Chiave che, nel corso del processo, ha ammesso di avere ideato la rapina dichiarando però di non avervi preso parte ed accusando Orazio Montagna di avere compiuto il colpo insieme con uno zio ed un cugino.

Le conclusioni del pm Belvisi  sono state accompagnate con una ricostruzione fatta al computer dai carabinieri di Trapani. In un video sono stati messi assieme le testimonianze oculari, le risultanze di perizie e consulenze, degli esami balistici, dei rilievi della scientifica, si è composta la scena di quella sera del 5 gennaio 2007 sviluppata tra le 20,05 e le 20,15. E non è mancato nemmeno il colpo di scena, con la introduzione sulla scena del delitto di una terza persona. Montagna e Della Chiave non sarebbero stati soli, erano attesi da un complice, tutti assieme fuggiti via con una utilitaria mentre la gente cercava di prestare soccorso a Nino lasciato a morire sull'asfalto. .

Per la Procura di Trapani questo terzo complice altro non è altro che Vito Maurizio Lombardo, pregiudicato e imparentato con Orazio Montagna. Lombardo è scritto nel registro degli indagati e per questa ragione quando fu ascoltato nel processo in corso, fu assistito da un legale, poteva rifiutarsi di deporre, ma lo fece ugualmente.
Il suo nome era stato fatto da Giovan Battista Della Chiave in quella sua ricostruzione offerta per dire che lui ideò il colpo ma non vi partecipò. Della Chiave disse che autori furono Orazio Montagna, suo zio, Vincenzo Ragusa, e Vito Maurizio Lombardo. Racconto non vero in parte dunque, perchè Lombardo ci sarebbe stato quella sera in via Orti. Lui davanti ai giudici ha risposto alla domanda se era in via Orti con un «ma che scherziamo?, questa bella è!». Senza però riuscire ad opporre un alibi, non è riuscito a dire dove era quella sera vigilia dell'Epifania del 2007.



 



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