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15/01/2010 08:18:00

Processo a Messina Denaro e Grigoli:oggi parla il pentito Rizzuto

49 anni, di Sambuca di Sicilia, Rizzuto era fino a pochissimo tempo fa capo mandamento nella zona del Belice di Cosa Nostra. L’uomo, arrestato lo scorso anno nell’ambito dell’operazione Scacco Matto che ha decapitato le cosche belicine, si  pentito alcuni mesi fa ed  è sottoposto a misure di protezione eccezionale. Anche i suoi familiari sono stati portati via da Sambuca di Sicilia e trasferiti in un luogo sicuro. Solo una figlia, maggiorenne, non ha voluto lasciare il paese rifiutando le misure di protezione e sorveglianza. Intende occuparsi della sua attività commerciale e non teme alcuna vendetta.

Con il pentimento di Calogero Rizzuto si aprono scenari nuovissimi sul fronte della lotta alla mafia.

Rizzuto era anche in procinto di incontrare nell’agosto del 2008 il superlatitante Matteo Messina Denaro. Il capomafia trapanese aveva investito nell’acquisto di un impianto di calcestruzzo. Siccome l’impianto ricadeva nel territorio di competenza del mandamento di Agrigento, Messina Denaro aveva chiesto l’autorizzazione per effettuare l’affare proponendo anche di entrare in società con il 20% delle quote.
Ma l’incontro sfumò solo perché le forze dell’ordine arrivarono prima di quell’appuntamento arrestando Calogero Rizzuto il 4 luglio 2008 nell’operazione Scacco Matto che mise in ginocchio le cosche belicine.

Nell'ultima udienza ha parlato Nicola Ribolla, custode giudiziario del patrimonio sequestrato al "re dei supermercati Despar". Ribolla, per conto dello Stato, amministra i beni sequestrati (tra questi, anche il centro commerciale Belicittà). Ribolla ha raccontato della difficoltà di avere aiuto dalle banche da quando il gruppo è rinetrato nell'alveo della legalità. Una storia che ricorda fin troppo quella della Calcestruzzi Ericina. «Non vi concederò il mutuo perché voi non siete il signor Giuseppe Grigoli…» gli avrebbe detto un funzionario di banca.
«A negarci il mutuo per l'Alimentari Provenzano di Castelvetrano - ha dichiarato il custode giudiziario rispondendo alle domande del pm Carlo Marzella - è stato, a Palermo, un responsabile di zona del Monte dei Paschi. Altra banca che non ci ha voluto concedere un prestito è stata la Carige».
Ma anche altri istituti di credito si sono mostrati poco propensi a concedere credito allo Stato. «Con noi - ha detto, infatti, Ribolla - le banche sono state molto rigide. Oltre a bloccare i finanziamenti, hanno chiesto il massimo rispetto delle scadenze delle aziende, fortemente indebitate, per milioni di euro, con diverse banche poco prima del sequestro». Per questo è stato chiesto l'intervento del ministero dell'Interno. Adesso sono «in fase di perfezionamento» alcuni accordi. Hanno già dato l'ok Credito Siciliano e San Paolo.
Ribolla ha anche raccontato che  dopo il sequestro delle aziende del gruppo Grigoli, i titolari di ben nove punti vendita affiliati alla Despar hanno deciso di interrompere il rapporto con l'amministrazione giudiziaria. E un paio di questi (il mazarese Spanò e il trapanese Filardo) sono stati denunciati da Ribolla per mancato pagamento, per circa 400 mila euro, di forniture. Negli altri punti vendita, intanto, «la contrazione degli incassi non è del tetto giustificabile con la crisi generale». Si scopre, infine, che l'impresa di pulizie che fino a poco tempo addietro ha operato a Belicittà è di Vincenzo Panicola, cognato di Matteo Messina Denaro. "L'ho appreso di recente'' ha detto Ribolla.