L'Onorevole Giuseppe Pellegrino, marsalese, il 23 Marzo del 1965, durante un'interrogazione al Sottosegretario ai Lavori Pubblici dell'epoca, Pier Luigi Romita, pronunciò un discorso che oggi assume i contorni della profezia. “Siamo arrivati al centenario dello sbarco dei Mille. Esso è caduto in un periodo di fervide e solenni celebrazioni del centenario dell'unità d'Italia. Per queste celebrazioni voi ricordate che sono state spese decine di miliardi, che sono stati subito trovati forse perché l'epicentro delle celebrazioni era al nord, mentre noi abbiamo avuto notevoli difficoltà per reperire appena 90 milioni con i quali inserire nel moto celebrativo, ricco e fastoso, la nostra iniziativa. Tra una battuta e l'altra, come ho ricordato, tra opache resistenze e gravi difficoltà, abbiamo trovato la copertura finanziaria e siamo arrivati alla legge 23 febbraio 1960, n . 90, legge che constava di due soli articoli. L'articolo 1 diceva: « A celebrazione del primo centenario dello sbarco dei Mille, sarà eretto un monumento in Marsala, a spese dello Stato » […] siamo punto e daccapo: se si vuole realizzare il monumento bisogna fare una nuova legge e probabilmente occorre anche un nuovo bando di concorso. Sicché i cittadini di Marsala dovranno forse aspettare il centocinquantesimo anniversario dopo l'inutile decorso del cinquantenaria e del centenario!”
Tutto vero, tristemente vero. La nostra inchiesta sul monumento mancato continua con un'altra storia, quella relativa ai concorsi banditi per intercettare le idee sulle quali elevare il famigerato monumento. Del primo ne abbiamo già parlato, lo vinse l'architetto Emanuele Mongiovì nel 1960, i lavori cominciarono nel 1986, dopo che il Presidente del Consiglio, Bettino Craxi, pose la prima (ed ultima...) pietra. La difficoltà a trovare il materiale adeguato con cui costruire le vele, altissime, che avrebbero costituito vanto e gloria per il monumento sommato al mancato rispetto dei vincoli demaniali contribuirono all'aborto dell'opera.
Anno 2007. La giunta Carini, sulla scorta della variante urbanistica del 2003 che liberava da ogni vincolo demaniale l'area in cui sorge in monumento, bandisce un Concorso di idee a livello nazionale aperto alla partecipazione di tutti gli iscritti agli Ordini degli ingegneri ed architetti sul tema: "Concorso di idee per il complentamento del monumento ai Mille; La sistemazione e la riqualificazione dell'area esterna". Lo scopo, si legge nel bando, è teso a “completare l’opera incompiuta del monumento ai Mille, un’iniziativa intesa a soddisfare un’aspirazione secolare dei cittadini marsalesi: quella di erigere un monumento in ricordo delle epiche gesta garibaldine, con l’obiettivo che l’episodio dello sbarco dei Mille sia degnamente celebrato e inserito nel ciclo più vasto delle manifestazioni”. Tempi brevissimi. Il bando risale al dicembre del 2007 e già nel maggio 2008 viene decretato il vincitore, l'architetto Ottavio Abramo, iscritto all'albo degli architetti di Catania, con il progetto “Milleluci”.
L'opera proposta da Abramo è assai diversa dal progetto originale di Mongiovì. Innanzitutto mancano le vele, quelle che si sarebbero potute vedere anche da Favignana, tanto erano alte. Lo sviluppo è pressoché orizzontale. Nella planimetria del progetto, superato l'ingresso del nuovo monumento si accede ai diversi locali: info-point (18 mq), Museo dei Mille (270 mq), ristorante (275 mq) e terrazza cocktail “Lo Sbarco” (485 mq). Al posto delle vele sono presenti 2 lastre commemorative (300 mq). L'area esterna assume valore simbolico con la “Piazza delle Milleluci” (2160 mq), mille fari puntati verso il cielo a ricordare i mille che fecero l'impresa. L'opera include anche parcheggio e verde attrezzato. Il Concorso di idee del 2007, parlando in termini economici, prevedeva soltanto 10.000 euro per il primo classificato, 6.500 euro per il secondo e 3.500 per il terzo. I partecipanti non erano vincolati a nessun bugdet, fantasia permettendo. Costruire Il monumento concepito da 0ttoveggio costerebbe all'amministrazione circa 4 milioni di euro.
Tanti. Troppi per una città che non ha una classe politica capace di interfacciarsi con la politica alta e influente, quella che programma e genera indotti economici e culturali. Carini bandisce allora un altro concorso di idee: trovare i soldi. Si tratta naturalmente di un “concorso” interno. 4 milioni di euro sono una cifra enorme, almeno quanto la gloria che ne otterrebbe finanziando l'opera incompiuta per antonomasia. In attesa che questi fondi vengano individuati, sempre nel 2008, l'amministrazione Carini approva il Piano Triennale per le opere pubbliche: per il monumento ai Mille vengono impegnati 400.000 euro. Pochini. La Provincia di Trapani, per la sola regata che il prossimo Aprile farà idealmente sbarcare (in anteprima mondiale) Garibaldi a Trapani, ha già impegnato quasi 700.000 euro. Carini, con 400.000 euro, non ci costruirebbe neanche il parcheggio. E lo sa.
Come sappiano tutti che il prossimo anniversario dello sbarco dei Mille, il 150esimo compleanno, avrà come candeline le siringhe dei tossici, quelle buttate nel ventre del monumento. Che non c'è.