Da quando, però, aveva ceduto la licenza al figlio, non essendo più il titolare dell'attività, non aveva più diritto a tenere l'arma. E per questo motivo, lo scorso 10 dicembre, non si è potuto difendere. Ammesso che ne avesse avuto il tempo. I malviventi, due a bord
o di un ciclomotore, entrambi con il volto coperto dal casco protettivo, arrivarono verso l'orario di chiusura serale e uno di loro esplose subito un colpo di fucile. Praticamente a freddo. Senza neppure chiedere i soldi.
E proprio questo particolare fa pensare che non sia stato un tentativo di rapina, ma una vera e propria azione punitiva. Il figlio dell'anziano benzinaio era distante una quindicina di metri dal punto in cui è stato consumato l'agguato e non ha avuto il tempo di intervenire in aiuto del padre.
D'altronde, l'azione dei criminali è stata fulminea. Subito dopo la fucilata, i banditi sono fuggiti via a gran velocità, mentre il 73enne Giuseppe Sonoli, che si trovava al distributore perché, nonostante in pensione, continuava ugualmente a dare una mano al figlio alla pompa di benzina, crollava a terra sanguinante.
La fucilata gli ha letteralmente devastato un braccio, ma le conseguenze potevano essere ben più gravi se il piombo avesse centrato il petto o al capo. Immediatamente trasportata al Pronto soccorso dell'ospedale ''Borsellino'', la vittima, in nottata, fu sottoposta ad un delicato intervento chirurgico per l'asportazione dei pallini. Furono necessarie delle trasfusioni di sangue e si rischiò un'infezione che avrebbe potuto avere conseguenze piuttosto serie. Di recente, Sonoli è stato dimesso dall'ospedale, ma presto dovrà recarsi in un nosocomio del nord Italia per un altro di intervento chirurgico (di ricostruzione) all'arto.
Intanto, proseguono le indagini dei carabinieri per dare un nome e un volto agli autori dell'agguato.
Antonio Pizzo
La Sicilia