UNA STORIA LUNGA. I procedimenti amministrativi, contro le case totalmente abusive, molte delle quali costruite in riva al mare e ai torrenti, sono arrivati per la maggior parte a destinazione.
E’ una storia lunga, che parte dagli anni ’70 e tra lungaggini burocratiche, colpi di spugna, tentativi di sanatoria, ricorsi, arriva fino ai giorni nostri.
In moltissimi Comuni le pratiche sono giunte al termine, e ora gli uffici comunali devono provvedere all’abbattimento. E’ in questa occasione che la politica fa sentire la sua voce, gli abusivi si organizzano, gli ingegni si animano. Il quadro è in movimento, e si finirà presto con una maxi sanatoria, o con qualche stratagemma per dilatare i tempi. Nessuno in Sicilia vuole davvero le ruspe. E la tragedia di Giampilieri sembra che davvero non abbia insegnato nulla.
I DATI SULL’ABUSIVISMO. Anche perché nell’isola l'abusivismo non è un eccezione, è la regola. In base ai numeri forniti dall'Agenzia del Territorio il 10 per cento delle costruzioni abusive italiane è situato in Sicilia. Il dato esamina le provincie di Palermo, Catania, Caltanissetta e Siracusa, per le restanti province il rilevamento non è stato ancora completato (proprio per la difficoltà di reperire mappe aggiornate e dati attendibili) ma è facile intuire che può solo peggiorare. L’abusivismo interessa 250.000 famiglie siciliane, un milione di persone. Soltanto nel capoluogo siciliano, Palermo, sono state riscontrate 51.821 particelle irregolari, a Catania 50.130. Nella famosa zona di Pizzo Sella (eco-mostro per definizione), ci sono 3500 ville a rischio demolizione. Ville per bene, costruite a seguito di una regolare concessione edilizia. Ma i tribunali hanno valutato illegittimo il presupposto in forza del quale è stata effettuata la lottizzazione dei terreni e, per cascata, anche gli atti successivi sono da considerare illegittimi. Questa vicenda è dalla fine degli anni '70 e che da decenni rimbalza tra procure, comune e assessorati regionali. Pizzo Sella è soltanto uno dei tanti casi di cementificazione selvaggia e indiscriminata.
NASCONO I COMITATI PRO – ABUSIVI. In realtà c'è un “cordolo” di cemento abusivo che lega tutte le provincie siciliane. Per proteggerlo, i proprietari di case abusive si stanno consorziando. Coordinamenti stanno nascendo ovunque. A Trapani il “Coordinamento Provinciale Dei Comitati della Sanatoria Negata” è già operativo. Un comitatone, di quelli che in altre parti d’Italia fanno per dire no ai passanti ferroviari, alle speculazioni edilizie, ai buchi nelle montagne, ad esempio. E che in Sicilia,invece, si fanno non contro il cemento, ma a favore. Il comitato comprende i rappresentanti dei comuni costieri della Provincia di Trapani: Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano (Triscina), Custonaci, Valderice e Marausa.
Di cosa si occupano i comitati “Sanatoria Negata”? Facile. Sono le famiglie che hanno costruito illegalmente una casa nella fascia costiera siciliana, entro i 150 metri dalla battigia. Loro lamentano uno stato di incertezza, addirittura da 33 anni, dall’entrata in vigore della Legge Regionale 78 del 1976. Quella legge ha un titolo ironico: “Disposizioni per lo sviluppo del turismo in Sicilia”. In realtà è stata la maxi sanatoria dell’abusivismo costiero siciliano, sancendo però anche l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dal mare (tranne per gli impianti che servono alla diretta fruizione del mare).
Ma in verità una certezza c’è: quelle case, proprio perché sono illegali, proprio perché deturpano l’ambiente, proprio perché sono un’offesa a chi invece le leggi le rispetta (e in Sicilia ci si chiede sempre se ciò sia utile) andrebbero abbattute. Solo la lentissima burocrazia degli enti locali, la pastoia dei ricorsi, e la complicità di due generazioni di politici hanno permesso di fare finta di nulla. Ma il problema c’è. E rimane. Grande, come una casa sulla spiaggia.
IL RUOLO DEI POLITICI. E gli interlocutori non mancano. Il primo è stato il deputato regione del PDL, Tony Scilla, mazarese. Ha aderito perfettamente alle esigenze di una fetta importante del suo elettorato: “Non consentiremo ancora che questo problema passi sotto silenzio” è la posizione assunta da Scilla alla presenza del Coordinamento Provinciale Dei Comitati della Sanatoria Negata.
Scrivono gli abusivi in un loro comunicato:“L’On. Tony Scilla è stato molto attento all’illustrazione fatta dal Coordinamento Provinciale delle problematiche che rappresentano un gravissimo problema sociale ed economico per circa un milione di siciliani, le cui case saranno demolite o acquisite ai patrimoni comunali se non si risolve definitivamente questo stato di cose. L’On. Scilla, sensibile alla tematica, si è dichiarato molto disponibile ad affrontarla in sede politica ed istituzionale.“
“Chiederò al più presto un incontro con il Presidente della Regione Lombardo, in riguardo al problema che fa seguito al parere contrario di sanatoria edilizia” promette Tony Scilla.
In fondo, gli abusivi, che male hanno fatto? Anzi, hanno generato un indotto, fatto lavorare muratori, elettricisti, carpentieri. Per anni l'abusivismo in Sicilia è stato il volano della piccola e media impresa edile. Tony Scilla lo sa, per questo motivo sta cercando “di capire che posizione vuole intraprendere la giunta Lombardo a tal riguardo,dato che solo la politica può e deve prendere una decisione, che sia quella di demolire o sanare, inoltre bisogna recepire bene la legge nazionale che riguarda il Piano Casa, così penso che entro entro i primi mesi del 2010 avremmo una situazione più chiara a tal riguardo”.
IL PIANO CASA. Il disegno di legge del “Piano Casa” siciliano è stato approvato in Commissione Territorio e Ambiente all’Ars lo scorso 15 Dicembre. E’ di fatto il primo atto compiuto dalla neo maggioranza Pdl – Mpa – Pd. Nella stesura iniziale degli abusivi non si parla, anzi il parlamentare del Pd Davide Faraone è stato molto chiaro: “Il PD sara' fermo e rigoroso, chiederemo il rispetto del territorio e dell'assetto idrogeologico e il divieto di ampliamento per edifici abusivi e per quelli che ricadono nelle aree demaniali e nei parchi''. Ma il fatto è che in aula, dove il testo sarà discusso nei primi mesi del 2010, può succedere di tutto….
IL CONSIGLIERE PROVINCIALE CHE LAVORA ALL’UFFICIO URBANISTICA….E nel frattempo, anche la politica locale si muove, con vicende grottesche e paradossali. Ad esempio, la questione della difesa degli abusivi è stata anche raccolta dal consigliere provinciale di Trapani Giuseppe Angileri (Alleati per il Sud) che ha chiesto ed ottenuto una riunione del Consiglio Provinciale per approfondirne gli aspetti tecnico-giuridici oltre che politici. Angileri inoltre ha presentato un ordine del giorno con il quale si chiedeva alla Regione Siciliana di porre le condizioni per sbloccare tutte le pratiche di condono edilizio già presentate e per le quali i cittadini hanno pagato la relativa oblazione: “Lo scopo – si legge nella nota di presentazione - è teso all'emanazione di un provvedimento che consenta la sanabilità delle opere realizzate nelle aree sottoposte a vincolo relativo”.
Ma cosa c’entra la Provincia con gli abusivi? Nulla. Tranne un piccolo particolare, che potremmo definire, di deformazione professionale. Angileri infatti è dipendente presso l’ufficio urbanistica del Comune di Marsala, l'ufficio che ha il compito di formulare e istruire le istanze di demolizione degli edifici giudicati abusivi. Il caso è stato sollevato dal consigliere comunale marsalese Lillo Gesone: in una nota indirizzata al Sindaco Carini ed al Dirigente del Settore Urbanistica, ha chiesto il trasferimento di Angileri dall'ufficio urbanistica. Il conflitto di interessi e le pressioni che posso essere esercitate sulla persona e sul ruolo di Angileri sono fin troppo evidenti.
LA SITUAZIONE A MARSALA. Il Sindaco ancora non ha risposto, indaffarato com'è a cercare i soldi necessari per mettere in funzione le ruspe che dovrebbero demolire le case degli abusivi. Li troverà? La fantasia non manca. Nel 2007 Carini aveva tentato di risolvere la questione degli abusivi a modo suo, con un’alzata di ingegno: aveva disposto che gli immobili costruiti in violazione di norme edilizie, edifici già materialmente in possesso del Comune, fossero provvisoriamente concessi in uso agli stessi responsabili degli abusi. Dietro il pagamento dell'ICI maggiorata del 20%, il proprietario abusivo sarebbe ritornato a godere del bene confiscato. Nulla di fatto. Soltanto 20 proprietari su 500 presentarono domanda e non avevano neanche i requisiti richiesti.
Insomma, gli abusivi vogliono casa loro. Punto e basta.
Del resto la linea dell'amministrazione Carini circa la lotta all'abusivismo è stata sempre morbida. Lo stesso Sindaco ripete che “C’è stata una violazione della legge, ma si tratta di cittadini marsalesi che hanno pur sempre speso i loro risparmi per costruire quelle case.
A Marsala ci sono 509 immobili non assoggettabili a nessun tipo di sanatoria. Dopo un iter amministrativo lunghissimo, sentenze del Tar e pronunce del Consiglio di Giustizia Amministrativa, per 23 edifici le sentenze sono diventate definitive e adesso spetta al consiglio comunale decidere se, in alternativa alla demolizione, si può pensare al recupero per fini sociali del bene. Il Sindaco ha mandato la patata bollente in Consiglio. In Consiglio nessuno vuole trattare la questione. Della questione è stata investita la Regione, con la richiesta, neppure tanto sottaciuta, di perdere più tempo possibile nel dare la risposta. E se la Regione dovesse dire di abbattere le case, punto e basta, c’è già un altro escamotage. Perché nel se uno guarda nel bilancio del Comune vede che nel capitolo di spesa per gli abbattimenti non c’è il becco di un euro.
Non c'è fretta. Le case stanno sempre lì, sedute in spiaggia ad aspettare il sole. Chi le ammazza?
In questo clima di grande incertezza, chi ci guadagna, come sempre, è la mafia: la Sicilia, anche quest'anno, si conferma una delle regioni a piu' alto tasso di illegalita' ambientali. Questo il dato che emerge dal rapporto ''Ecomafia 2009, storie e numeri della criminalita' ambientale''. Sono 25.776 i reati ambientali accertati in Italia nel 2008, cioe' quasi 71 al giorno, 3 ogni ora. Di questi, continua la nota, 2.788 illeciti sono stati realizzati in Sicilia: il 10,8% sul totale nazionale.