Il medico è accusato di avere intascato, anziché versarle all'Asl, le somme pagate da diversi pazienti per prestazioni sanitarie effettuate, in regime di intra-moenia, presso il suo studio privato di contrada Matarocco, per altro risultato essere «abusivo» (per mancanza di autorizzazione prefettizia) e in pessime condizioni igieniche. Gli è stato, inoltre, contestato di essersi appropriato di 20 confezioni di farmaci ospedalieri, nonché di attrezzature per esami diagnostici in dotazione al «San Biagio», di avere fatto credere ad una paziente di averla sottoposta, sempre nel suo studio privato, ad una Tac, utilizzando, in realtà, un diafanoscopio. I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2003 e il 2007. .A condurre l’indagine è stata la sezione di pg della guardia di finanza presso la procura di Marsala, che dopo il blitz nello studio privato del medico estese l’interesse anche all’ospedale “San Biagio”, dove nell’aprile 2008 fu sottoposto a sequestro preventivo l’ambulatorio oncologico per cure chemioterapiche “non autorizzate.
Nella stessa inchiesta furono indagati l'ex direttore sanitario dell'ospedale di Marsala, Salvatore Fiorino, ora in servizio al nosocomio di Alcamo, e il docente di Oncologia dell'università di Palermo, Ignazio Carreca, per abuso d'ufficio e inosservanza delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo i pm, l'attività di chemioterapia, effettuata nell'ambulatorio, non era stata autorizzata dalla Asl di Trapani. Inoltre le fiamme gialle, a cui la procura ha delegato l'indagine, hanno riscontrato carenze igieniche e accertato inosservanza della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.