“Tempo fa – continua D'Alì – avevamo denunciato che ad una FIAT riottosa la Regione intendesse regalare i soldi dei siciliani altrimenti e più proficuamente da destinarsi a nostre iniziative imprenditoriali. Non condividiamo, anche se non ci sorprende la reazione della FIOM – CGIL e di altri settori della politica che sono fermi alla arcaica logica di “Fiat o morte” che tanto è costata e potrebbe, purtroppo ancora, costare al contribuente siciliano. Se l'iniziativa di Simone Cimino è destinata a mantenere i livelli occupazionali, con una attività di non secondaria importanza rispetto alla logica di un grande gruppo industriale come a Termini Imerese fino ad ora è stato, ciò non può che destare la massima condivisione”.
“Speriamo quindi – conclude d'Alì – che la politica sappia al meglio interpretare l'iniziativa di Simone Cimino. Non posso non dare atto, comunque, all'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne di essersi mosso secondo una logica assolutamente liberale del mercato rifuggendo, almeno fino ad ora, alle solite proposte di sussidio dalle quali purtroppo la politica non si è adeguatamente distaccata”.