Figlio di Luigi Impastato, che era coinvolto con il mafioso Tano Badalamenti, Peppino ebbe il destino di sentirsi fuori casa a casa sua, con i suoi parenti, per aderire alla lotta contro la mafia e contro lo sfruttamento degli uomini sugli uomini, pagando il prezzo dell’isolamento dalla sua famiglia, della sofferenza e alla fine della morte.
Quanto tutti noi, ogni giorno, non riusciamo a non essere conniventi, nel grande e nel piccolo? Vi consigliamo a questo proposito di leggere la lettera di Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, ai figli di Bernardo Provenzano.
Durante la giovinezza ricordiamo Peppino che crea giornali, radio, non smette mai di denunciare i crimini che si compiono nella sua terra, e nella sua stessa famiglia. Nel 1978 partecipa con una lista che ha il simbolo di Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali a Cinisi.
Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini sono, in un primo tempo orientate sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante".
Dopo rinvii e varie vicende giudiziarie, nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si costituì un Comitato sul caso Impastato e il 6 Dicembre 2000 fu approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini.
Il 5 marzo 2001 la Corte d'Assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L'11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo. Badalamenti e Palazzolo sono successivamente deceduti.
Danilo Sulis, musicista siciliano di fama internazionale, era amico e collaboratore di Peppino Impastato.
Da sempre impegnato sul piano civile, ricordiamo suoi spettacoli in difesa delle leggi sul divorzio e sull’aborto, riapre adesso la radio di Peppino, Radio Aut, con il nuovo nome di radio Cento Passi , insieme a Giovanni Impastato.
Lo intervistiamo.
Avete cominciato le trasmissioni il giorno del compleanno di Peppino Impastato, è un modo di ricordarlo vivo?
“Certamente, non vogliamo più commemorare le morti e piangere. Abbiamo in programma numerose trasmissioni sui morti per mano mafiosa, ma vogliamo ricordarli il giorno del loro compleanno, non il giorno della loro morte. Non vogliamo piangere, abbiamo pianto abbastanza, vogliamo ricordare la loro lotta e vogliamo proseguirla”.
Come sarà questa nuova radio?
“Sarà ricca di contenuti, ma anche di musica, ci aspettiamo di essere sostenuti dai soci, è una radio indipendente e libera, che ha bisogno dell’aiuto di tutti, ieri abbiamo voluto cominciare per l’importanza della data, ma bisognerà aspettare ancora qualche giorno per il palinsesto, ci sono dei problemi tecnici da superare.”
Noi gli facciamo i nostri migliori auguri, invitiamo tutti coloro che credono che la battaglia contro la mafia possa essere vinta a sostenere radio Cento Passi, diffondendola e associandosi.
Giovanni Falcone parlava, con ragione del “senso dello Stato”, Sulis lavora anche per noi, perché non si perda il “senso della collettività”.