Scrive l'ufficio stampa della Provincia: "Lo studio statistico effettuato sui presidenti delle provincie italiane è in grado di presentare periodicamente i dati di gradimento, contando su una banca dati che, dal 2004 rileva ogni 6 mesi i dati relativi alla customer satisfaction delle popolazioni riferite alle Province d’appartenenza.
Secondo gli esecutori, il rilevamento statistico è finalizzato alla verifica della percezione in termini di soddisfazione che i cittadini hanno dell’Ente, in relazione ai servizi erogati dall’Amministrazione provinciale, al Presidente e alla Giunta, con la possibilità di inserire quesiti specifici che riguardano le seguenti aree tematiche:
1. Il riconoscimento spontaneo delle aree di competenza della provincia e la verifica del livello di conoscenza da parte dell’intervistato;
2. Il livello di soddisfazione rispetto ai servizi erogati;
3. Il livello di soddisfazione in merito alla modalità di comunicazione tra l’Ente ed i cittadini oltre ai canali di informazione preferiti;
4. Il giudizio in merito all’operato svolto dalla Giunta Provinciale e in modo particolare, per il Presidente, viene verificata la notorietà, il gradimento sull’operato e il profilo di immagine percepito".
La recente classifica pubblicata , evidenzia una crescita di gradimento del 2,5 % rispetto al 2008 del Presidente della Provincia di Trapani on. Mimmo Turano che passa dal 66% del 2008 al 68,5 del 2009 ottenendo l’incremento più elevato tra i presidenti siciliani.
Si tratta, come al solito, di sondaggi da prendere con grande cautela, non fosse altro per il fatto che la Provincia è un ente misconosciuto ai più, che il Presidente della Provincia è poco noto, e che quindi il gradimento va riferito ad un'elite che è riuscita a rispodenre affermativamente alla domanda "Conoscete chi è il Presidente della Provincia?"
Anche perchè, sarebbe parecchio sclerotico un gradimento così alto in una Provincia che ancora una volta, e non per colpa dei sondaggisti, si conferma tra le ultime province in Italia per qualità della vita. Nella classifica de "Il sole 24 Ore" infatti, anno 2009, la Provincia di Trapani è 99°. Rispetto al 2008, comunque, è salita di una posizione. Nella classifica "servizi, ambiente, salute", la posizione di Trapani è la 72°. Tempo libero: 95°.
Su Ekma, la società che gestisce il sondaggio, nel 2006 il giornalista Antonello Caporale raccontò una storia gustosa su Repubblica.
PIACENZA - ."Oh la peppa!". Quando lesse il suo nome all'ultimo posto, maglia nera dei presidenti di Provincia italiani, centounesimo su centouno, il piacentino Gianluigi Boiardi ci rimase maluccio. Eh sì, ricordava infatti che il suo indice di gradimento solo poche settimane prima era statato valutato in modo molto più benevolo dal Sole 24 Ore. "Non per dire, ma mi massacro di lavoro, dodici ore e più. Di cose se ne fanno, le opere si realizzano, e poi mi tocca vedere sui giornali locali all'improvviso titoloni catastrofici".
La picchiata, certificata da Ekma Ricerche, istituto di sondaggi milanese, era indiscutibile. La rilevazione effettuata tra novembre e dicembre, trenta giorni di auscultazione, 1200 piacentini intervistati, ore di telefonate e notti febbrili di ricomposizioni statistiche, per di più effettuate durante le vacanze più amate dagli italiani, proprio a cavallo tra Natale e Capodanno, avevano decretato questo inconfutabile risultato. Ekma, seguendo il registro di lavoro che prevede due rilevazioni annuali sulla qualità e la popolarità degli amministratori italiani, indagine nota come Monitor, "classifica sulla soddisfazione dell'operato dei presidenti di Provincia", aveva stilato e consegnato agli organi di stampa la graduatoria del merito.
Piacenza in fondo a tutti, trenta posizioni dopo Lucca, 28 persino dopo Taranto, che annaspa nei bassifondi della classifica. Per non parlare del distacco che la separa dai migliori: cento passi dopo Asti, novantaquattro dopo la cugina Reggio Emilia. I piacentini, noti per l'attaccamento sfrenato al lavoro, la meticolosa cura con la quale seguono gli affari, ma pigri sul resto, furono comunque scossi dalla notizia. Per fortuna che a Piacenza si parla poco. Fu solo un giorno di fuoco sui giornali e poi tutti ai campi, a lavorare.
In Provincia decisero però di capirne di più. E ricordarono che un mesetto prima, intorno al 18 ottobre, era giunta una lettera dei sondaggisti milanesi nella quale si illustrava il lavoro che si sarebbe andato a compiere. Una grande indagine: 1200 intervistati, campione rappresentativo della popolazione, sollecitati a rispondere a un nugolo di domande. Infine, una ulteriore proposta: se l'amministrazione avesse deciso di acquistare lo studio avrebbe ottenuto, fuori busta, una integrazione delle domande standard con "una batteria di 5/6 domande aggiuntive di carattere locale senza aggravio di costi". Cinque, sei domande ispirate dal presidente e - forse - messe nel calderone, poi frullate e servite nel monitor invernale.
Piacenza, taccagna, non rispose. E quando chiese ad Ekma Ricerche di conoscere le motivazioni che avevano spinto i piacentini a un giudizio così decisamente negativo, si senti rispondere via mail: "Il costo indicativo della ricerca appena effettuata è di euro 12mila più iva". Paga e ti diciamo! La lettera proseguiva però così: "Per la prossima rilevazione il costo è di euro 14mila più iva comprensive di ulteriori dieci domande aggiuntive a Vostra scelta". Con il nuovo anno anche il costo di Ekma sarebbe salito, però, e qui è il bello, a soli 14mila euro si sarebbero potute infilare non più sei ma dieci domande ulteriori.
Le dieci personalizzate, sovrapposte alle altre standard, poi coniugate bene, riepilogate e, infine, sistemate nel grande appuntamento del monitor estivo. Il piacentino Boiardi si negò il piacere di una prova d'appello: "Non faccio fare domandine che lisciano il pelo, non sono il tipo. I soldi pubblici non si sperperano. Sondaggi non ne ho mai fatti e mai ne farò. I cittadini mi giudicheranno quando saranno chiamati a votare".
Chissà chi in Italia tra i centouno presidenti di Provincia ha seguito l'esempio di Boiardi, e chi invece no. E' certo però che la mole di lavoro per preparare questo sondaggio è tale da far venire i brividi. Infatti solo per rispondere alle domande standard, secondo l'apprezzabile intendimento di Ekma, c'è bisogno di un esercito di professionisti della parola. Per compilare il modello, trovare le persone disponibili, che comunque siano dentro il campione rappresentativo, e illustrare le molteplici questioni (dove opera la Provincia, quali i suoi settori, quali le priorità di intervento, come comunica la sua opera, come giudica il Presidente) è questione che porta via del tempo.
Ekma ricerche, istituto giovane, col sito web ancora in costruzione (www. ekmaricerche. com), collegato per vie traverse al Clandestino, il mensile sul quale trova ospitalità Luigi Crespi, pirotecnico e sfortunato sondaggista, diretto da suo fratello Ambrogio, ha veramente voluto fare le cose in grande. Anzi, in grandissima.
In un mese (23 novembre-23 dicembre) ha indagato mezza Italia: 140.400 interviste. Uno sforzo organizzativo colossale. Per ognuna di esse, a voler far le cose per bene, c'è bisogno di una ventina di minuti, forse di mezz'ora. E soltanto un mese di lavoro. Senza i week end (togli a un milanese il week end e ti spara!) sono 26 giorni utili. Otto ore al giorno di fila per produrre 5400 interviste. Un intervistatore lento ne farebbe meno di venti. Per raggiungere il mostruoso tetto prefissato avrebbe bisogno di altri 336 colleghi. Che, soltanto per sedersi e trovare un tavolo per il taccuino, occuperebbero un palazzone Pirelli: 1348 metri quadrati di superfice lorda, corridoi e bagni inclusi.
Alla Ekma, tutti Speedy Gonzales, il lavoro si agguanta e si ingoia. E si riesce a fare tutto e di più. Inserire le domande standard e anche, se c'è richiesta, quelle aggiuntive. Le brutte e anche, se paghi un po' di più, le belle. Una batteria di 5/6 domande, pure dieci. Si sa, l'Italia è il paese dei sondaggi. Tutti, il premier ha fatto scuola, ora indagano, e adesso che le elezioni si avvicinano, i politici vivono la giornata con l'incubo del mezzo punto in meno. Si campa per la classifica, e non c'è settore senza una graduatoria, non c'è Porta a Porta senza Mannheimer.
Una meraviglia. Così i sondaggisti hanno allargato il campo: da palazzo Chigi sono andati in Parlamento, e poi giù, in Regione, tra i sindaci, fino alle Province, le Cenerentole d'Italia. Bussano tutte le porte. C'è chi apre, e chi no. A Piacenza hanno trovato Boiardi, un taccagno. Dice: "E' una questione di democrazia, di trasparenza. E' anche una questione morale. Questi sondaggi chi li fa? E chi controlla? E chi paga il prezzo salato di dover rispondere a una comunità su numeri che assumono, quando i giornali se ne impossessano, dati di fatto inconfutabili? Non soltanto lavoro come un mulo, ma poi devo rispondere di queste cose, di giudizi sottratti alla più elementare verifica...". E se Boiardi avesse pagato? "Già, se avessi pagato? Se avessi proposto altre dieci domandine, ma carine, condizionanti? Come e dove mi sarei trovato?". Forse sempre ultimo, o forse no. Impossibile saperlo.
Ogni sondaggio fa storia a sé, e gli istituti di ricerca, davvero una moltitudine, perlustrano il territorio palmo a palmo, con un fiuto migliore di un cane da caccia. L'Italia è in una perenne graduatoria. E' già tutto così classificato che, a volte, viene riclassificato. Il presidente della Provincia di Udine Mario Strassoldo è stato piazzato da Ekma al decimo posto. E' entrato nella top ten dei presidenti più graditi, felicità e applausi da tutti. Bravissimo, certo. Nelle stesse settimane una ricerca commissionata dal Sole 24 Ore l'aveva però destinato ai bassifondi: 95esimo posto.
Ma classifica scaccia classifica. Centesimo, quasi ultimo, sicuramente in brutte acque si era ritrovato Fabio Scoccimarro, presidente a Trieste. Scoccimarro è stato all'inferno per pochi giorni. Con Ekma Ricerche è balzato al diciannovesimo posto. Adesso sì che, se vuole, può guardare tutti, com'è che si dice?, dall'alto in basso. Basta un sondaggio, o un risondaggio, e ti passa la paura