Sarà presente il vescovo Francesco Miccichè, il direttore del Museo Annamaria Precopi Lombardo e il direttore dell’Ufficio Diocesano per i beni culturali don Piero Messana mentre sarà il professore Maurizio Vitella ad illustrare il percorso espositivo.
“La rassegna espositiva si compone di quarantadue inediti manufatti la cui contestuale presentazione permette di cogliere specifiche affinità compositive e stilistiche – afferma lo storico dell’arte Maurizio Vitella – Interessante anche la lettura iconografica dei vari Bambinelli che, per la peculiare presenza di determinati segni e simboli, possono essere ricondotti a specifici titoli: dal Salvator Mundi, caratterizzato dall’atteggiamento benedicente e con globo in mano, a quella dell’Agnello Mistico, tema richiamato dalla presenza della pecorella affiancata dai simboli della Passione, al Buon Pastore, significato dalle greggi, all’ortolano, titolo proposto nell’episodio evangelico narrato da Giovanni (20,15-18) e relativo all’apparizione di Cristo risorto a Maria Maddalena. L’allegorico accostamento degli elementi floreali, rientra in quella rappresentazione della natura in forma idealizzata, allo scopo di darle una vita senza fine, nell’intento di riprodurre l’immagine di quel Paradiso perduto, del “recinto del Signore”, da cui l’uomo, dopo la Colpa, fu allontanato. La stessa presenza dei fiori non è casuale, ma fa riferimento ad un linguaggio simbolico, oggi forse incomprensibile, che interpreta i frutti della natura secondo ben specifici significati. La passiflora, simbolo di fedeltà, la dalia, segno di riconoscenza, i piccoli crisantemi, emblema del dolore, le campanule, metafora di ubbidienza e remissività, i garofani, i cui semi, ossia i chiodi, rimandano alla crocifissione, sono tra le essenze spesso abbinate a Gesù Bambino, espressione dei sentimenti della devota committenza, ma anche allegorici rimandi alla vita di Cristo. Nel caso delle opere reperite ad Erice emerge una caratteristica e singolare strutturazione scenica delle composizioni che ha come segno distintivo l’introduzione di elementi architettonici a tempietto, con slanciate colonnine che reggono archetti ogivali a volte trilobati, oppure a formare una sorta di proscenio con copertura a volute come attesta, ad esempio, l’inedita campana di collezione privata ericina con il Bambinello sdraiato dentro la culla. Tali strutture sono spesso rivestite di seta bianca ricamata in oro filato e paillettes e non può tacersi la loro affinità con il candore, ma anche lo stile, degli stucchi della Chiesa Madre dell’antica Monte San Giuliano, conformità che permette di poter aggettivare talune delle opere in cera selezionate come rare espressioni Neogotiche di arte applicata”.
ORARI DELLE VISITE
lunedì - venerdì 16,30/19,30
sabato e domenica 9,30/12,30 - 16,00/20,00
domenica e festivi 11,00/13,00 - 16,00/19,00
I gruppi di almeno 15 persone (scolaresche o altro) possono richiedere la visita su prenotazione in orari di differenti.
Ingresso euro 1,00
La mostra “Gloria in Excelsis Deo” resterà aperta fino al prossimo 2 Febbraio 2010.