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04/12/2009 10:44:34

L'arresto del boss marsalese De Vita: nuovi particolari

 

 

Gli investigatori nel corso della conferenza stampa hanno anche svelato alcuni trucchi che De Vita usava per depistare le forze dell'ordine, che più volte nel corso di questi anni sono stati vicini alla sua cattura. In particolare, quando i famigliari andavano a trovarlo pare che cambiassero fino a tre auto, con un percorso molto lungo e tortuoso, per evitare pedinamenti e appostamenti. E' solo uno dei tanti strategemmi che hanno permesso a De Vita di trascorrere nella sua città nove anni di latitanza.

Nel corso del blitz sono stati rinvenuti inoltre denaro in contanti ed assegni e documentazione che è ora al vaglio degli inquirenti.

Tramite anche un telegramma indirizzato al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Trapani, Colonnello Giovanni Pietro Barbano, il Presidente del consiglio provincia Giuseppe Poma, a nome personale e dell’intero Consiglio Provinciale, ha espresso il plauso e la grande soddisfazione per l’avvenuto arresto del boss marsalese Francesco De Vita “a tutti i Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani per il positivo lavoro svolto e alla Dott.ssa Teresa Principato, Procuratore aggiunto della DDA di Palermo che ha coordinato le indagini.” Apprezzamento e soddisfazione per la cattura del latitante De Vita, grazie ad una operazione coordinata della DDA di Palermo e del Comando Provinciale dei Carabinieri, guidato dal Comandante Giovanni Pietro Barbano, sono stati epressi anche dal presidente di Confindustria Trapani, Davide Durante. “Il dispiegamento di Forze dell’Ordine e l’azione incessante della Magistratura stanno contribuendo a liberare il territorio dalla presenza di numerosi latitanti che trovano riparo spesso proprio nelle nostre campagne. Bisogna mantenere alta l’attenzione. L’invito è a non lasciare che siano soltanto le forze dell’Ordine ad occuparsi della lotta alla mafia, ma a far sentire forte la voce di tutti, dai rappresentanti delle Istituzioni, ai politici, agli imprenditori, ai comuni cittadini, perché, – conclude Durante, senza la collaborazione di ognuno, non potrà mai debellarsi questo cancro che è rappresentato dalla mafia e che fino ad oggi ha ostacolato lo sviluppo e l’economia della nostra Provincia.