C’è chi ritiene però che in tutti i territori ad alta infiltrazione mafiosa la vendita di un bene confiscato possa significare una nuova possibilità di acquisto da parte dei precedenti proprietari mafiosi.
Il Consiglio Comunale di Marsala, su un ordine del giorno presentato da Agostino Licari, Antonio Vinci e Lillo Gesone, del PD, ha espresso la propria preoccupazione per l’ eventuale introduzione di tale norma, che diventerebbe “fonte di assoluta incertezza nell’utilizzo dei beni confiscati e rappresentare così un elemento di indebolimento e vulnerabilità nella lotta alla criminalità organizzata”, come si legge nell’ordine del giorno.
Il Consiglio Comunale quinidi esprime la propria condivisione alla richiesta dell’associazione Libera, di Avviso Pubblico, dell’Arci e dei familiari delle vittime delle mafie di applicare normative efficaci e provvedimenti attuativi in grado di potenziare l’azione concreta di coloro che quotidianamente, accanto alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine, sono impegnati nella lotta alle organizzazioni malavitose che operano sui nostri territori, auspicando che “il Parlamento sappia ritrovare la sensibilità necessaria e gli strumenti idonei con cui sostenere e facilitare la trasformazione dei beni confiscati in segni tangibili di legalità, grazie proprio all’applicazione della legge 109/96”. Alla luce di tutto ciò, il Consiglio Comunale di Marsala chiede “al Parlamento e, in particolare, alla Camera dei Deputati, di modificare l’articolo che ha recepito il suddetto emendamento, che verrebbe a compromettere in maniera irreparabile l’impianto legislativo di contrasto alla mafia che ha, nella confisca dei beni, nella loro inalienabilità e nel loro utilizzo a fini sociali, uno degli strumenti più incisivi di lotta alla criminalità organizzata” e, allo stesso tempo, “di potenziare gli strumenti applicativi della legge 109/96, istituendo l’agenzia per i beni confiscati”.
L’ordine del giorno approvato sarà trasmesso al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera e al Presidente del Consiglio dei Ministri.